"Il rosa e il rosso", quando si è 'erotizzato' il genere rosa? Teresa Siciliano ci propone un'interessante panoramica che va dai rosa Delly agli erotici attuali. Da non perdere!
Se ripenso alla mia adolescenza negli anni Sessanta, naturalmente mi misuro con un’epoca diversissima da quella attuale. I romanzi rosa che leggevamo, soprattutto quelli di Delly, non solo fornivano un’immagine
edulcorata della realtà, come è caratteristica imprescindibile del genere, ma raccontavano una società in parte diversa perfino nelle aspirazioni rispetto a quella in cui vivevamo. Non solo le protagoniste erano tutte purissime e castissime, ma si prescindeva totalmente dall’aspetto erotico, non parliamo poi da quello sessuale. Fra i due protagonisti la vicinanza fisica era minima: al massimo venivano baciate le mani (le dita, mai il palmo), la fronte e i capelli. I rapporti fra coniugi erano spesso freddissimi, ma ciò non impediva alla protagonista di aspettare un bambino per vie misteriose e, dopo anni di matrimonio coronati da prole, vedevamo il marito baciare, in privato, la moglie teneramente sugli occhi, e in nessun altro posto, e lei arrossire pudicamente.
edulcorata della realtà, come è caratteristica imprescindibile del genere, ma raccontavano una società in parte diversa perfino nelle aspirazioni rispetto a quella in cui vivevamo. Non solo le protagoniste erano tutte purissime e castissime, ma si prescindeva totalmente dall’aspetto erotico, non parliamo poi da quello sessuale. Fra i due protagonisti la vicinanza fisica era minima: al massimo venivano baciate le mani (le dita, mai il palmo), la fronte e i capelli. I rapporti fra coniugi erano spesso freddissimi, ma ciò non impediva alla protagonista di aspettare un bambino per vie misteriose e, dopo anni di matrimonio coronati da prole, vedevamo il marito baciare, in privato, la moglie teneramente sugli occhi, e in nessun altro posto, e lei arrossire pudicamente.
In realtà al sesso qualche volta si alludeva, usando all’uopo le “cattive”. Si trattava di donne passionali che si innamoravano, più o meno vanamente, del protagonista, che da parte sua le disprezzava profondamente. Trascinate da questo amore impossibile, con aspetti masochisti (anche se noi ignoravamo tutto sull’argomento), si contorcevano e si tormentavano, finendo sempre male o quasi. E tuttavia, con nostro stupore, risultavano personaggi più vivi delle protagoniste. Troppo buone per essere vere.
Per correttezza bisogna precisare che in altre autrici c’era una rappresentazione diversa, diciamo più moderna: quella che meglio misi a fuoco fu la Glyn, scrittrice e sceneggiatrice americana di successo, la quale rappresentava quasi sempre un personaggio che oggi definiremmo dominante: cioè un uomo non solo energico, ma proprio aggressivo, che arrivava a volte sull’orlo dello stupro e comunque accarezzava spesso fantasie violente di sopraffazione nei confronti della protagonista. In un romanzo addirittura la Glyn rappresentava un legame di tipo adulterino che, con mio grande sconcerto (perché allora non si usava, dal momento che in Italia non c’era ancora il divorzio), nella conclusione veniva premiato con il lieto fine.

Ma torniamo al momento attuale in cui alcune scrittrici hanno fatto il gran salto verso il porno soft (o anche non tanto soft): penso ad esempio alla Leigh, alla Holly, alla Hoyt e alla Rice.


La Hoyt è in genere più garbata nelle descrizioni degli amplessi, anche se magari i suoi eroi sono in grado di farlo anche quando sono feriti, non proprio leggermente, o quando la partner è la fidanzata del proprio fratello, particolare che non sembra turbare moralmente nessuno dei due fedifraghi. E neppure l’autrice.

L’autrice che mi piace di più in questo settore, però, è Lisa Marie Rice. Il suo protagonista è il tipico maschio alfa: virile (virilissimo, anzi), ma mai perverso e sempre molto protettivo verso la sua donna e appassionatamente innamorato. Sono sempre uomini da sogno, in testa a tutti il Jack di Amanti pericolosi o il Nick di Segreti pericolosi. Non manca qualche figura femminile fuori dal comune, per esempio la Suzanne di Mezzanotte è l’ora, disposta a qualunque sacrificio per assicurare un criminale alla giustizia, e soprattutto la Grace di Passione pericolosa, che dà un contributo fondamentale alla salvezza di entrambi.

State sorridendo? E magari vorreste dirmi: tutta roba all’acqua di rose! Sei sicura di aver letto abbastanza narrativa erotica per scriverci un articolo sopra? Lo confesso: il porno vero e proprio (spero di poter usare questa parola, anche se non tutte la gradiscono) non mi piace. Ho leggicchiato anch’io quelle cose là, o almeno qualcuna. Ma detesto i romanzi sui club privé a base di dominanti e sottomesse, dove si fa sesso con persone estranee di cui non ti importa nulla, e magari in pubblico; detesto che la protagonista venga sculacciata con mestoli d’acciaio (ahi ahi!).
Non parliamo poi, nell’unico m/m sadomaso che ho letto, il celebre Catene d’argento della ancor più celebre Logan, del fatto che qualcuno si sottometta a pratiche, come dire?, cistoscopiche, col fine proprio di giungere al piacere passando attraverso un forte dolore; detesto i romanzi esclusivamente basati sul bondage e ho proprio orrore per quelli concernenti rapporti multipli e promiscui, che si cerca di far passare come “normali”.
