Questo martedì Teresa Siciliano ci parla dell'avvento della narrativa gay in Italia. Perché piace così tanto alle donne?
La prima volta che sentii parlare di M/M credo sia stata a Reggio Emilia, alla VER del 2014. All’inizio non capii neanche il termine e dovetti farmelo spiegare da una vicina di posto. Rammento che una blogger, seduta fra il pubblico, chiese ai rappresentanti delle case editrici sul palco perché in Italia non si pubblicasse il genere. Biancolino, che era l’editor dei Romanzi Mondadori, fece un minisondaggio per alzata di mano fra di noi su quante avrebbero comprato un romance gay, sondaggio che ovviamente dimostrò come, almeno all’epoca, il genere non era appetibile. Io fui fra quelli che non alzarono la mano, ma mi incuriosì il discorso appassionato della blogger in questione e già allora mi chiesi il motivo per cui lettrici non gay potevano amare quel genere. Ci fu detto che rispetto ai più usuali erotici etero si trattava di romanzi molto più sentimentali.


Personalmente ritengo che la prima cosa da fare per estendere il pubblico dei romanzi gay sarebbe distinguere i vari generi e impedire l’identificazione con il filone sadomaso, che è cosa secondo me diversa, tant’è vero che può essere sia etero sia gay.
Alla ricerca dei romanzi sentimentali di cui mi avevano parlato alla VER, ho trovato infine i libri della May, che mi sembrano in questo senso significativi: in particolare ho giudicato belli Neve fresca e Ghiaccio salato.
Lo confesso con un po’ di imbarazzo: sono totalmente etero. Non ho mai neanche fantasticato su rapporti omosessuali e quindi nei romanzi M/M ho difficoltà a identificarmi nei protagonisti o a trovare interessante la meccanica dei loro rapporti sessuali. Sia detto senza alcuna traccia di omofobia: personalmente appartengo a quanti sono convinti che l’omosessualità in sé non solo non può essere considerata un reato, o una perversione, o una malattia, come è avvenuto in passato (e purtroppo come avviene tuttora presso certe popolazioni e certe persone), ma è semplicemente una diversità. Si nasce così, allo stesso modo in cui io sono nata bruna con gli occhi castani e altri biondi con gli occhi azzurri, io con la pelle cosiddetta bianca, altri scura, nera o gialla. Non credo all’esistenza delle razze e tantomeno a quelle superiori: almeno dalla scomparsa dei neandhertaliani (e forse anche prima: la cosa è ancora in fase di accertamento) sulla terra esiste un’unica razza umana.

D’altra parte continuo a chiedermi: ma perché tante lettrici rosa ormai comprano M/M, pur non essendo omosessuali? Mettendo da parte la normale curiosità, ho letto interpretazioni secondo cui, mentre leggono, trasformano uno dei due partner in donna e si identificano in quello. In verità questa interpretazione mi lascia molto scettica, dal momento che si tratta di rapporti fisicamente molto diversi, secondo me. O così mi pare.
Quello che forse a me e al pubblico femminile come me piacerebbe leggere è un romanzo che fosse sia etero che gay. Intendiamoci niente ménage e tantomeno orge: cose simili personalmente non mi interessano, anzi mi sembrano fare a pugni con il concetto di romance.
Però spesso nei rosa al centro del libro ci sono due coppie. Non vedo cosa ci sarebbe di strano se una delle due fosse M/Fe una M/M. Finora nei rari casi di trame simili (l’esempio più vicino potrebbe essere La tentatrice della Balogh, dove c’è un risvolto F/F) ovviamente l’elemento gay è stato molto secondario. Forse sarebbe ora di aumentare di numero e peso questo tipo di storie.
Però spesso nei rosa al centro del libro ci sono due coppie. Non vedo cosa ci sarebbe di strano se una delle due fosse M/Fe una M/M. Finora nei rari casi di trame simili (l’esempio più vicino potrebbe essere La tentatrice della Balogh, dove c’è un risvolto F/F) ovviamente l’elemento gay è stato molto secondario. Forse sarebbe ora di aumentare di numero e peso questo tipo di storie.
Perché la vita reale può essere molto imperfetta, ma è anche molto varia e complessa e certo non semplificabile. A volte mi pare che, contrariamente alla prima impressione, anche i romanzi gay siano inverosimili. I sessuologi, se ho capito bene, parlano di percentuali di persone solo omosessuali fra il 5 e il 10 per cento della popolazione e invece in alcuni romanzi lo sono tutti, e non solo protagonisti e comprimari, ma anche il fattorino che porta le pizze o l’infermiere che ti fa il prelievo di sangue.
Insomma mi piacerebbero dei bei romance dove ci fosse più attinenza con la vita reale. Ma senza rinunciare al lieto fine, intendiamoci, e al concetto che l’amore deve trionfare sempre sull’odio e sul male.