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Anteprima: "AVERTI È IMPOSSIBILE" di M. Leighton.

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Dopo lo straordinario successo di Solo per teTi stavo aspettando e Tutto o niente, arriva una nuova straordinaria serie di M. Leighton.


Genere: New Adult
Editore: Newton Compton
Pagine: 288
Prezzo: € 4,99 ebook - €9,90
Uscita:  21 gennaio 2016
                     







Sinossi:
Camille “Cami” Hines è l’adorata figlia di un allevatore di cavalli di razza. La sua vita sembra perfetta: ha un fidanzato che la ama e un futuro già pianificato. O così pensava lei, almeno fino a quando non ha incontrato Patrick Henley, detto “Trick”, il nuovo arrivato nel ranch di suo padre. E anche se lui sa che, legandosi a Cami, perderà di sicuro un lavoro di cui ha un disperato bisogno, non riesce a resisterle. Ma nemmeno Cami può reprimere la grande attrazione che prova per lui. Un giorno, però, Trick scoprirà per caso un segreto che il padre ha custodito per tanti anni. Un segreto che potrebbe dividere per sempre le strade dei due giovani amanti…
Un’autrice da 40.000 copie

Perché negare l’attrazione?

«C’è tutto quello che desidero in un libro.»

«Una fantastica storia d’amore.»

«Mi è davvero piaciuto: mi ha fatto sorridere e commuovere.»






La serie "The Wild"è così composta:
1. AVERTI È IMPOSSIBILE - The Wild Ones
1.5 Wild Child
2. Some like It Wild
3. There's Wild, Then There's You







L'autrice:
M. Leighton è nata nell’Ohio ma si è trasferita a sud. Ha scritto più di una decina di romanzi e i suoi libri sono bestseller del «New York Times» e di «USA Today». La Newton Compton ha già pubblicato il primo volume della serie Bad Boys, Solo per te. 
Per saperne di più:www.mleightonbooks.com




Anteprima: "LA FURIA DELL'ALBA: MAX DENTON N.1" di Colleen Gleason.

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Traduttore: Irene Montanelli
Genere: Fantasy
Editore: Avid Press
Pagine: 128
Prezzo: € 2.99 (ebook)
Uscita:  1 Gennaio 2016












Sinossi:

Inghilterra, 1922
Quando i vampiri a cui dà la caccia uccidono brutalmente sua moglie, Max Denton finisce quasi per auto-distruggersi, condannandosi a una vita fatta di solitudine, violenza e vendetta.
Ma nel momento in cui importanti informazioni relative a sua figlia finiscono nelle mani dei non-morti, il Cacciatore è costretto a collaborare con la donna, il cui padre causò la morte di sua moglie.
Anche Savina Eleiasa custodisce dei segreti e vuole a ogni costo riabilitare il buon nome di suo padre, anche se, per riuscirci, dovrà sedurre il più pericoloso dei vampiri. Con o senza l’aiuto di quel musone arrogante di Max Denton.
Un romanzo breve della Saga dei Gardella, sullo sfondo di una tipica dimora inglese in stile Downton Abbey.

“La Gleason non perde un colpo!” - Publisher Weekly sulla Saga dei Gardella
Un romanzo breve, autoconclusivo e senza spoiler che fa parte della Saga dei Gardella, il grandissimo successo editoriale di Colleen Gleason.

“Se Buffy visitasse Downton Abbey” - Laurie London (Best-selling author secondo il New York Times)
“Sofisticato, sexy e sorprendente!” - J. R. Ward, riferendosi alla Saga dei Gardella

L’autore:

Colleen Gleason ha scritto più di una dozzina di romanzi che hanno riscosso un grandissimo successo di vendite come riportato dal New York Times e dal USA Today. Le sue opere sono state tradotte in oltre sette lingue e appartengono a una grande varietà di generi. Colleen adora essere in contatto coi propri fan quindi non esitate a contattarla sul suo sito o sulla sua pagina Facebook. A volte la trovate anche su Twitter (@colleengleason).



Anteprima: "IMPURO" di M.J. Heron

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Genere: Paranormal Romance
Editore: De Agostini 
Pagine: 352
Prezzo: € 12,90
Uscita:  31 Gennaio 2016
     








       

Sinossi:
Il conto alla rovescia è iniziato. Il Destino sta per compiersi. L’Antica Stirpe dei Kurann è in pericolo, uno dei più alti esponenti ha tradito la sua stessa famiglia per una sete di potere che gli ha corroso l’anima. Le mosse che ora compie sono perfide, sconcertanti. Qualcuno deve fermarlo prima che sia troppo tardi. Una decisione estrema riuscirà a bloccare l’avanzata delle tenebre? Chi sopravviverà allo scontro finale? Tra i Generali al servizio del Regens spicca Shamnos, il più spietato, un guerriero senza cuore. Lui non può permettersi distrazioni, soprattutto adesso che lo stato di massima allerta è una costante nel territorio dei kurann. Un nuovo arrivo a Firenze mescolerà le carte in tavola. Per Vanja quella che doveva essere solo una missione diventerà una questione personale: l’incontro tra lei e Shamnos aprirà le porte alla discesa nell’inferno del dubbio, l’equilibrio diventerà precario, il futuro apparirà come un grande punto interrogativo. La sola certezza è che l’amore si coniuga in molteplici declinazioni, alcune possono salvarti, altre ucciderti. E se quell’amore ti toglie il respiro, a cosa puoi aggrapparti per restare vivo?




La serie "Implosion"è al momento così composta:
1 - Implosion
2 - Insidia
3 - IMPURO



L'autrice:
 M.J. Heron nasce ventotto anni fa sotto il segno dello scorpione, in una terra in cui le nebbie del mistero avvolgono il respiro e le antiche leggende ridisegnano i contorni del paesaggio.
Amante delle emozioni forti e di tutto ciò che può essere nuovo e stimolante, trova irrinunciabile la compagnia di un buon romanzo (classico, thriller o d'amore, a seconda del suo stato d'animo).
Nella scelta di una carriera universitaria che sembrava già tracciata, alla strada del giornalismo preferisce invece quella dell'interpretariato e traduzione, anche se sogna di continuare a scrivere fino alla fine dei suoi giorni.
Vorrebbe viaggiare nel passato, conoscere il futuro e disporre di giornate di almeno 48 ore. Intanto assapora il presente che sa riservare anche belle sorprese e si intrattiene con i personaggi che entrano nella sua mente senza bussare...
Nel 2012 pubblica il suo primo romanzo con la casa editrice De Agostini, intitolato Implosion.
Visita il sito dell'autrice: www.mjheron.it/index.html


Recensione: "SIDECAR" di Amy Lane

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Genere: M/M, Contemporaneo
Editore: Dreamspinner Press
Pagine: 277
Uscita: 17 Novembre  2015
Traduttore: Veronica Rotondo










Sinossi:

È il 1987. I ragazzi indossano camicie rosa della Izod, le ragazze hanno capelli vaporosi e tutti possiedono una scatola del fumo; AIDS è solo una brutta parola che rimbomba dalle città come un temporale. Un adolescente scappato di casa vaga su un lato della strada, a un battito di ciglia dalla disperazione, ed è salvato da un angelo con i capelli lunghi su una Harley.

Ma questo è solo l’inizio della loro storia.

Josiah Daniels voleva pace, tranquillità e una vita semplice, e l’ha avuta finché non ha salvato Casey dalla fame, dal freddo e dallo sfinimento. Da quel momento la vita di Joe è tutt’altro che semplice e il suo nuovo pupillo naviga un mondo che sta cambiando più rapidamente delle persone che ci vivono. Joe vuole far diventare Casey un adulto felice e produttivo, e ci riesce. Ma anche da grande, Casey non riesce a concepire una vita felice senza Joe. Il problema è far accettare a Joe che il ragazzo che ha allevato è all’improvviso l’uomo che lo vuole.


La loro relazione potrebbe morire o cambiare il mondo attorno a loro. Mentre costruiscono una casa, negoziano le nuove regole del crescere assieme e schivano le insidie della vita moderna, Casey impara che l’età adulta è più che il sesso, Joe impara che non ci sono compromessi se si vuole vivere per sempre felici e contenti, e sono entrambi costretti a capire l’unica cosa che un uomo non dovrebbe mai fare: vivere da solo.


Ogni volta che leggo un libro di questa autrice rimango sempre devastata e deliziata insieme. 
La sua capacità di raccontare storie è talmente profonda che me le fa sembrare vere dalla prima all'ultima pagina. 
Per capire di cosa tratti questo libro basta leggere attentamente la dedica iniziale dell'autrice fatta al padre e al marito. Un libro che parla di amore e gentilezza, di speranza in più per il futuro e anche della ricerca della spiritualità perduta, che si può trovare negli occhi di una persona. 
I protagonisti, Casey e Josiah/Joe, raccontano la loro storia che dura da venticinque anni, dal momento in cui i due incontrano un giovane affamato, sporco e infreddolito durante il loro ritorno a casa in sella ad un Sidecar. A entrambi questo  ragazzo ricorda il giovane Casey. 
Il romanzo dunque è un racconto che parte dai nostri tempi per poi svolgersi come un lungo flash back dal 1987 al 1992, anni cruciali in cui vivere l'omosessualità era sia ostentazione che paura: molti scappavano da casa o venivano allontanati dalle stesse famiglie che non comprendevano il loro orientamento sessuale, finendo così sulla strada e diventando numeri di una statistica fatta di fame, prostituzione e malattie, l’AIDS tra tutte, che portavano alla morte. 
Il romanzo è scritto in terza persona, ma ogni capitolo, oltre che portare il titolo di una canzone che ha fatto storia, è contrassegnato dal nome di uno dei due protagonisti, come se fosse lui stesso a raccontarci gli eventi di cui è protagonista. 
Joe è un uomo possente dall'animo molto dolce, buono fino al midollo, un infermiere che passa abbondantemente il metro e ottanta, con le spalle ampie ricoperte di un giubbotto di pelle, lunghi e folti capelli castano scuri legati in una coda di cavallo accompagnati da baffi a manubrio e pizzetto folto: un sopravvissuto al periodo hippy! Un angelo inusuale in sella a una motocicletta che raccoglie il cucciolo Casey dal ciglio di una strada. Casey ha un fisico longilineo, il viso a forma di cuore, delicato quasi femmineo, gli occhi grigi e profondi, capelli color del miele, che si intravedono sotto uno strato di sporcizia dovuto al suo vivere per strada. 
Il romanzo è scritto talmente bene che Joe e Casey sono diventate due persone reali mentre leggevo di loro. In più il periodo storico in cui si muovono fa parte del mio passato: ero giusto unadolescente in quegli anni, ne ho pochi meno di Casey, e questa lettura mi ha riportato indietro nel tempo. 
A differenza di Casey ho avuto un'adolescenza tranquilla, senza drammi, e non so che avrei fatto se mi fossi ritrovata nella sua stessa situazione. Lui fortunatamente ha trovato un angelo sul suo cammino. Un angelo solo e riservato, col cuore pieno di amore da dare, che aveva perso la fede in Dio a causa della perdita della sorella maggiore, Jeannie, causata dalle complicazioni di un intervento chirurgico fatto in clandestinità, per evitare alla famiglia il disonore di una gravidanza fuori dal matrimonio. La famiglia di Joe è quacchera non bigotta, una fede religiosa che si basa sulla gentilezza e amore, che crede che lavorare per rendere un modo migliore per tutti sia lavorare per Dio. Joe si sente abbandonato da Dio che non aveva salvato la sorella appena diciottenne e non lo ritroverà fino a quando non capirà che Casey sarà veramente l'uomo che lo completerà. Grazie alla sua bontà e gentilezza d'amino, il ragazzo è diventato un giovane uomo che sta cercando di costruirsi un futuro per essere degno del suo amore e della gentilezza ricevuta. 
Joe continua a reprimere e non riconoscere in Casey il suo futuro, ha paura che se starà con lui non potrà mai avere dei figli suoi, ma la rivelazione lo colpirà quando il ragazzo porterà a casa il suo fidanzato Robbie. Ecco il momento della verità per Joe: 
A volte Joe lo guardava e si ricordava di qualcosa di grandioso, potente e delicato, qualcosa con cui avrebbe dovuto essere familiare ma non lo era. Non fu finché Casey non portò Robbie a casa che Joe ricordò dove aveva provato per la prima volta quel sentimento, quando il cuore era troppo  grande  per  il  petto,  quando  mancava  il  fiato  e  gli  occhi  si inumidivano perché guardare quella persona, quell’unica persona perfetta, era così accecante, così splendente che non avevano scelta... Per la prima volta in ventisette anni, Joe sentì l’esistenza di Dio. Era nel sorriso di Casey, nei suoi occhi, nel modo in cui guardava il suo innamorato, nel modo in cui salutava i cani. Dio era lì, nei raggi del sole che accarezzavano i capelli di Casey e riscaldavano la sua pelle, e Joe... Joe voleva toccarlo.” 
Il momento della svolta per i due però non è ancora giunto. Dovrete pazientare e soffrire ancora un po' con loro, ma giusto per poche pagine. Verrete ricompensati da un favoloso Natale a casa dei genitori di Joe, che lo riabbracceranno e che accoglieranno Casey a braccia aperte come suo compagno. Tranne la sorella, rimasta uno zoccolo duro e intransigente verso la loro relazione, ma che verrà messa a tacere da un Casey tosto ma educato! 
Il fantasma di Jeannie avvolge la famiglia, il suo nome viene pronunciato sempre con reverenza e dolore, ma mai per accusarla di qualcosa di deplorevole. Il momento più toccante per me rimane quello in cui Joe va a “trovare” la sorella al cimitero, dove finalmente fa pace con se stesso e con Dio: 
Credevi così intensamente, Jeannie. Giuro, ti guardavo mentre cantavi e praticamente vedevo Dio nei tuoi occhi, Jeannie. Per così tanto – così dannatamente tanto – ho pensato che Dio fosse morto con te, perché non lo vedevo più. Ma...” Joe chiuse gli occhi e vide il modo in cui Casey lo aveva guardato il primo mattino che era apparso davanti a quel piccolo, schifoso appartamento, quando le mani di Joe stavano tremando perché era così contento di vederlo. “Ma ho visto Dio nei suoi occhi, Jeannie. Non mi preoccupo troppo della dottrina, ma ricordo quello che mi hai insegnato tu. È tutta una questione di ricerca, no? Era così che venivamo chiamati? Cercatori? Beh, io l’ho trovato. Ci sono altre cose che mi piacerebbe cercare, alla fine, ma per il momento, ho trovato qualcosa e voglio che tu sia felice per me. 
Un libro che definire meraviglioso è poco... 










Anteprima: "A PASSO DI SALSA" di Fanny Di Natale.

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Genere: Romance
Editore: Triskell Edizioni
Collana: Pink
Pagine:
 109
Prezzo: € 3,14 (ebook)
Uscita:  18 dicembre 2015












Sinossi:

Alan Parker, venticinquenne perso in una vita tediosa e rassegnato a non avere sogni, si ritrova catapultato nella vita di Mel, una diciottenne affetta da leucemia che, invece, un sogno ce l’ha.
Il ragazzo si troverà trascinato in un’avventura improbabile nel tentativo di aiutare la giovane a realizzare il suo desiderio.
Tra i due sboccia un sentimento che, però, è impossibile da vivere perché Mel ha i giorni contati.
Ma al cuor non si comanda e tra aerei, spiagge e i meravigliosi scenari di Cuba, l’amore si insinuerà dentro di loro, sfidando la malattia, l’ostinazione di Mel e trasformando Alan in tutto ciò che non è mai stato e mai avrebbe creduto di poter diventare.


L’autore:

Fanny Di Nataleè nata nel 1975 e cresciuta nei quartieri della vecchia Milano, sugli storici Navigli.
   Figlia unica, ma componente di una famiglia numerosa e molto affiatata, vive un’infanzia felice e una maturità fatta di cose semplici e quotidiane. Diplomata nel 1995 in Chimica, materia che non la soddisfa un granché, spazia fra vari ambiti lavorativi che la arricchiscono in esperienza e conoscenze.
   Mamma di due figli, moglie e lavoratrice, si affaccia alla scrittura giovanissima, provando, imparando e compiendo un percorso interiore, come lettrice e come scrittrice. Dalla lettura dei romanzi di Federico Moccia e la passione per quelle sue storie così on the road, nasce il suo primo romanzo con lo pseudonimo di Fanny Goldrose, “Franci è scesa dalle nuvole” pubblicato nel 2007 da Mamma Editori.
   Con l’avvento poi del boom letterario del mito di Harry Potter, e successivamente dalla nuova ondata dei gothic romance proposti da Stephenie Meyer, nascono il suo secondo romanzo “Dark Angel” (2010) e il terzo “Cuore di Strega” (2014) sempre editi da Mamma Editori.



Anteprima: "Il prequel di LE SFIDE SI PAGANO" di Sissi Drake.

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Genere: Erotico
Editore: Rizzoli
Collana: YouFeel
Pagine:
 39
Prezzo:  GRATUITO
Uscita:  31 dicembre 2015












Sinossi:

Fine maggio, Donington, quinta gara di mondiale Superbike.
Jorge , meccanico e collaudatore del team Eric Buell, sarebbe dovuto essere lì. Invece al suo posto c’è sua sorella Helena, per ricordarlo a un anno dalla sua scomparsa. Negli occhi ancora le terribili immagini del suo incidente, nel cuore un dolore che non passa.
Bernard, invece, si aspetta un finesettimana divertente e speciale: una bella corsa con la sua Yamaha R1, un pass per vedere tutte le gare e ammirare le moto da vicino. Certo, se potesse aggiungere un incontro ravvicinato anche con quella mora dalla pelle color caramello, fasciata nella tuta bianca e rossa di uno dei team, sarebbe perfetto.
Una serata al karaoke di Castle Donington è l’occasione giusta per approfondire la conoscenza tra i due: “I set fire to the rain” canta la splendida brasiliana. E ad andare a fuoco è Bernard. Che la lascia con una promessa: “Domani sei mia”.
Ci sarà una prossima sfida? “Come nascono le sfide” è l’intenso e intrigante prequel di “Le sfide si pagano”, un romanzo di prossima uscita ad altissimo tasso di passione.




L'Angolo di Matesi: "BACIAMI SOTTO L'ALBERO".

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Cosa c'è di più bello per un lettore di una antologia natalizia? Teresa Siciliano oggi ci parla di "BACIAMI SOTTO L'ALBERO" di Roberta Ciuffi. Un consiglio? Non lasciatevi scappare questo lavoro!




Baciami sotto l’albero di Roberta Ciuffi uscì in cartaceo nel dicembre 2010 (e in ebook nel 2013): un tomo di 328 pagine, quindi più lungo dei Classic normali, in omaggio all’originalità della struttura. Si tratta, infatti, di un’antologia di cinque racconti più un epilogo. E ciò perché i singoli pezzi sono tutti interconnessi e i vari personaggi compaiono più o meno sempre, ma ricevono particolare attenzione nel racconto a loro dedicato.
http://blog.librimondadori.it/blogs/iromanzi/files/2010/11/romanzi_935.jpgL’azione è ambientata in un piccolo centro, Bagni: dal momento che io sono romana (come la Ciuffi, per la verità), per forza di cose penso a Bagni di Tivoli, ma l’autrice, pur senza essere troppo specifica, afferma che siamo in Toscana nel 1875.
È un’epoca in cui la realizzazione di una donna avviene ancora praticamente solo nel matrimonio. Significativo in tal senso l’esordio, affidato ad un importante personaggio secondario, che riecheggia Jane Austen: “Uno scapolo dotato di mezzi propri e in buone condizioni fisiche ha l’obbligo morale di ammogliarsi. Dovrebbe esistere una legge al riguardo.” E ricordiamoci che difatti mezzo secolo dopo da noi arriverà la tassa sul celibato.
La famiglia è il punto di riferimento, il cerchio magico in cui tutti sono inscritti, anche gli uomini, che possono avvalersi dei vantaggi maschili e avere un sacco di donne, ma avvertono anche loro il peso della solitudine affettiva.
Non che tutte le famiglie siano meravigliose: quella dei Colucci, per esempio, ha tratti di normalità con una madre autoritaria, preoccupata solo di sistemare le figlie, un po’ stagionatelle, e loro due che si sentono prigioniere nel ruolo di ragazze mai diventate adulte (perché fino al Sessantotto ciò si conquistava solo col matrimonio), soprattutto Dorotea, l’unica che davvero porta fino in fondo la sua ribellione, nell’episodio del circo, quello per me più spiazzante, dal momento che quel tipo di ambiente e di libertà anarchica non incontra i miei gusti (ma la Ciuffi la pensa del tutto diversamente).
Può succedere che si riesca a rimettere in piedi un matrimonio fallito, o che si accetti la responsabilità di figli altrui (uno o cinque non fa differenza). Soprattutto tutti hanno la possibilità di dare una svolta totale alla propria vita: che si tratti di tirarsi fuori dall’alcoolismo, oppure da una vita di prostituzione, sia pure dorata, oppure di mettere su una piccola impresa, unendo i risparmi di coppia in un legame che è in parte di reciproco vantaggio, in parte di affetto. Oppure all’opposto si può rinunciare, per il suo bene, ad un figlio concepito fuori dal matrimonio, oppure accettare che il tempo è passato ed è troppo tardi per inseguire la propria giovinezza e  ricominciare, ma ci si può accontentare di quanto si ha (che non è poco).
http://robertaciuffi.altervista.org/images/home/robertaciuffi.png
Non manca il conflitto di classe. In un’epoca in cui quasi non è più percepibile la differenza fra nobiltà e borghesia, molto forte è invece l’abisso che separa chi serve da chi è servito. Lo si vede nel rapporto fra Marina e la sua cameriera e soprattutto Jolanda, la sua ex nutrice, oppure in quello fra la sguattera Flora, cresciuta in un brefotrofio, e il conte Giano con la sua concezione delle serve come corpi a disposizione dei padroni e perfino dei loro amici. “Non in casa mia” sancisce però Giacomo, uno dei personaggi moralmente più alti del libro.
E quando non si possono avere figli, anziché scivolare nell’isteria e nella dissolutezza, si accolgono bambini altrui rimasti soli o che hanno bisogno di una madre e di un padre insieme. E se non si sono raggiunti gli obiettivi più ambiziosi, si può accettare un amore socialmente più modesto.
Grande l’abilità della scrittrice nell’interconnettere tante storie diverse e nell’usare il dialogo per fornire informazioni a chi legge. Eccellente, come sempre nella Ciuffi, la qualità della scrittura.
Insomma una bella lettura natalizia, ma non solo.

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DREAMSPUN DESIRES: Nuova collana Dreamspinner Press

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Presentazione della collana Dreamspun Desires

Dreamspun Desires è la nuova collana di Dreamspinner Press, dedicata alla narrativa romantica contemporanea, con eroi che scaldano il cuore, trame accattivanti e ambientazioni da sogno. Questi libri sono incentrati su storie con quel lieto fine che lascia i lettori con un sorriso beato e soddisfatto per giorni.

Per chi legge in inglese, è possibile sottoscrivere un abbonamento ai titoli della collana che permette di acquistare due romanzi al prezzo di 6,99$ al mese e verrà automaticamente rinnovato fino a disdetta.

Il servizio di sottoscrizione non sarà disponibile per le traduzioni, perché verrà tradotta solo una parte dei titoli, ma il primo gennaio 2016, in occasione del lancio di Dreamspun Desires, uscirà in contemporanea con gli Stati Uniti la traduzione in italiano del primo libro della collana, Il milionario del piano di sopra di M.J. O’Shea. 

Per lo staff di Dreamspinner Press in Italiano questa uscita è un piccolo vanto e un traguardo, perché è la prima volta che una traduzione esce contemporaneamente al libro in lingua originale. I libri della collana usciranno poi in traduzione trimestralmente.

Gli autori che scrivono per Dreamspun Desires si cimentano con una storia che deve stare entro le linee guida stabilite dalla casa editrice e che riassumiamo dalla pagina delle informazioni per l’invio dei manoscritti:

Romance, romance, romance! La trama deve riguardare eroi che si innamorano e fanno di tutto raggiungere il lieto fine.
La trama principale non deve avere elementi fantasy, paranormali, soprannaturali, fantascientifici, suspense o horror.
Gli eroi devono essere piacevoli, con qualche difetto non insormontabile e devono avere delle qualità che attraggono il lettore: i ragazzi carini della porta accanto, impertinenti  e imperturbabili uomini d’affari, o cowboy dalla bellezza stropicciata, per esempio. Sono gli uomini forti e di successo su cui amiamo sognare.
Il tono può spaziare da leggero a dolce, da umoristico a drammatico.
Vogliamo sentire le emozioni, ma non esagerate con l’angoscia! Cerchiamo ostacoli superabili, non delle tragedie o un passato che è difficile da guarire. L’amore vince su tutto!
Concentratevi sui conflitti emotivi interni e la tensione sensuale dei protagonisti. Lasciate che i lettori percepiscano il brivido di due persone che trovano l’amore e si impegnano per raggiungere il lieto fine.
Per Dreamspun Desires potete ideare una grande varietà di temi e trame che piaceranno ai lettori per portare assieme gli eroi: scambi di identità, matrimoni combinati, milionari e star del cinema, amnesie, amici che diventano amanti, amori proibiti, e altro. Aggiungete un elemento nuovo agli elementi classici del romanzo e sentitevi liberi di mescolarne più di uno.
Scegliete un’ambientazione e rendetela protagonista. La vostra storia può svolgersi ovunque nel mondo e deve collegare in maniera logica gli eroi e la trama.
Ogni storia deve concludersi. Niente storie sospese, per favore.
Ogni libro dovrebbe concentrarsi su una nuova coppia.
Il sesso dovrebbe essere limitato a uno o due episodi significativi di qualsiasi grado di sensualità fino all’esplicito. Il sesso fine a sé stesso, il kink, il BDSM non sono appropriati.
Conteggio parole: 50/60mila
Il formato della copertina è fisso, incluso il design della collana, i colori e l’uso di immagini fotorealistiche.

Fonte: Emanuela – Italian Language Coordinator – Dreamspinner Press

Anteprima: "CATTIVE ABITUDINI" di Kim Karr.

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Dall’autrice dei bestseller Avvicinati e Se te ne vai ti aspetto

Genere: Romance Contemporaneo
Editore: Newton Compton Editore
Collana: Narrativa n. 1127
Pagine:
 320
Prezzo: € 9,90 (cartaceo) - € 4,99 (ebook)
Uscita:  21 gennaio 2016







Sinossi:

Il musicista Xander Wilde pensa che la vita on the road sia perfetta per lui, almeno fino a quando un problema alle corde vocali non lo costringe a mollare la band poco prima di iniziare un tour per l’America. Ma non tutto il male viene per nuocere: sarà proprio così che ritroverà sulla sua strada Ivy Taylor, l’unica ragazza che abbia mai davvero amato. Dopo la dolorosa fine della loro storia, anche lei ha cominciato a lavorare nel mondo della musica. Sta diventando una popstar sempre più famosa e ha appena annunciato il fidanzamento ufficiale con il suo agente, Damon Wolf. Quando si incontrano Xander si rende conto che, appena ci sarà l’occasione, lui e Ivy non riusciranno a resistere all’attrazione reciproca che ancora provano l’uno per l’altra. Ma Damon tiene gli occhi aperti e non è disposto a lasciar andare la sua fidanzata tra le braccia del rivale. E poi conosce dei terribili segreti sul loro passato che potrebbero rovinare la carriera di entrambi…

Romantico, sensuale, coinvolgente
Una storia da dieci e lode

«Emozionante, imprevedibile, e decisamente hot.»
K.A. Tucker, autrice di Dieci piccoli respiri

«Accidenti, questo sì che è un libro!»
Shelly Crane, autrice di Fammi sentire importante



La serie "Connections"è così composta:
 1. Avvicinati (Connected)
2. Se te ne vai ti aspetto (Torn)
2.5 Dazed
3 CATTIVE ABITUDINI (Mended)
3.5 Blurred
4. Frayed
5. Flawed
6. Perfected



L’autore:

Kim Karr ha sempre amato leggere e scrivere, ma ha comunque ottenuto un MBA ed è diventata una project manager. Ha lasciato la professione quando ha deciso di metter su famiglia. Attualmente lavora part-time insieme al marito e ha di recente deciso di coltivare una delle sue più grandi passioni: la scrittura. Kim crede nell’anima gemella, nell’affinità spirituale, nell’amicizia vera e nel lieto fine. Vive in Florida con il marito e quattro figli. La Newton Compton ha già pubblicato Avvicinati, Se te ne vai ti aspetto e Cattive abitudini, primi volumi della Connections Series. Il suo sito è www.authorkimkarr.com




Recensione: "IL MAESTRO D’ELEGANZA" di Cecilia Ryan.

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Genere: M/M, Storico
Editore: Dreamspinner Press
Pagine: 60
Prezzo: € 3,57
Uscita: 13 Ottobre  2015








Sinossi:
Quando Beau Brummell, maestro d’eleganza di corte, incontra un bel soldato a un ballo pieno di gente che ha iniziato ad annoiarlo, ha in mente solo una breve relazione e l’opportunità di dimostrare che l’abito fa il monaco. Toby, però, si rivela essere non solo bellissimo, ma anche un amante gentile e generoso e Beau presto finisce con l’innamorarsene. Malgrado all'inizio abbia acconsentito ai piani di Beau per permettergli di divertirsi, il geloso Principe Reggente dà un ultimatum: Toby deve tornare in Francia o qualcuno rischierà l’accusa di tradimento. Sapendo che Toby non ha molte speranze di sopravvivere alla guerra, Beau inizia a sprofondare nella depressione e nei debiti. È sicuro che lui e Toby non si rivedranno mai più...


Questo delizioso racconto storico ha per protagonista una personaggio realmente esistito: George Bryan Brummell,meglio come conosciuto come Beau,che ha segnato la nascita del famoso movimento “dandy”. Lui è considerato infatti il primo dandy in assoluto, quello che ha rivoluzionato lo stile di abbigliamento e di vita degli  inglesi di sesso maschile tra la fine del 1700 e i primi anni del 1800, portando radicali innovazioni. A lui dobbiamo l'introduzione dei pantaloni lunghi e la consuetudine di cambiarsi una camicia al giorno! Il suo stile di vita è “meno leziosità,ma sempre stile e pulizia”! Non inorridite subito,ma all'epoca l'acqua veniva utilizzata molto poco per l'igiene personale! Per non parlare dell'uso delle parrucche incipriate e profumi per nascondere cattivi odori e capelli non propriamente tenuti....
Pensate allo scompiglio che questo personaggio ha portato in quell'epoca!
Il periodo storico non è tra i miei preferiti ma l'autrice mi ha incuriosito molto con la sua ricostruzione accurata,tanto che sono andata a leggermi qualche notizia reale su Beau. Assolutamente da leggere sono le note finali riportate dall'autrice. La Ryan ha voluto dare una sua versione della possibile vita tenuta da Beau in esilio in Francia e  ha creato un finale romantico e dolce per il nostro protagonista che ho trovato comunque molto plausibile. Leggete anche la divertentissima biografia di Cecilia, io sono morta dal ridere!
La storia narra della vita di Beau a corte, del suo modo di rivoluzionare i costumi del tempo, del suo rapporto di amore/odio con il viziato e geloso Reggente, della sua storia d'amore con il giovane soldato Toby, ma anche della sua amicizia con Lord Alvanley, un personaggio che ho amato molto e che resterà accanto a Beau per tutta la vita,anche nei momenti meno felici  e che gli darà la forza di andare avanti dopo la dura separazione dal suo amore. La sua amicizia e il suo affetto lo salveranno dalla depressione che rischiava di mettere fine prematuramente ai suoi giorni.
L'amore entra nella vita del protagonista a causa di una scommessa fatta tra Beau e il Reggente,di trasformare un trasandato soldato,ma molto intrigante agli occhi di Beau,in un dandy provetto! La scommessa viene  fatta da Beau per potersi avvicinare senza sospetti al giovane in uniforme, Toby, che ha notato ad un ricevimento. Dal primo istante in cui l'ha visto cercare di nascondersi e mimetizzarsi con la tappezzeria ne è rimasto folgorato, forse per i suoi arruffati capelli biondi,i suoi magnetici occhi azzurro grigi,la carnagione biancae per il fisico modellato dai campi di battaglia. Un particolare della descrizione del fisico di Toby mi ha colpito molto: sotto i vestiti nasconde molte cicatrici dovute agli scontri in combattimento e la loro descrizione è struggente perché mi ha ricordato che all'epoca si moriva molto facilmente e non solo sui campi di battaglia. L'epoca inoltre era ancor più difficile per chi era omosessuale: chi veniva scoperto, veniva spedito in galera e Beau non vuole che il Reggente capisca il suo interesse per il giovane che da subito lo ha affascinato.
Il racconto è  breve, si legge in un attimo ed è per questo che non voglio raccontarvi altro,ma è della giusta lunghezza per farvi vivere quest'epoca di cambiamento che di sicuro riuscirà ad affascinarvi senza annoiarvi, come ha fatto con me.
Voto complessivo tre stelle e due fiammelle per la passione.





Anteprima: "PANDORA. IL RISVEGLIO DI SAMAEL" di Licia Troisi.

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Genere: Fantasy
Editore: Mondadori
Collana: I Grandi
Pagine:
 173
Prezzo: € 9,99 (ebook)
Uscita:  4 gennaio 2016









Sinossi:

Mashbir, il primo dei sei Angeli della Morte liberati da Pandora, è stato rinchiuso nell'antico scrigno egizio in cui da secoli era confinato. Ma altri cinque demoni si aggirano per le strade di Roma, sotto sembianze umane. La loro identità è avvolta nel mistero, tranne quella di Samael, il più oscuro e potente, che si è impossessato di un ragazzo su cui nessuno avrebbe mai scommesso, ma che dimostrerà cuore e coraggio. Pandora può contare solo su di lui, l'alleato che da un istante all'altro potrebbe trasformarsi in un demone, per trovare le creature maligne e restituirle alla loro dimensione. E mentre le ricerche sembrano a un punto morto, alcuni bambini cominciano misteriosamente a sparire. I loro occhi sono rossi come braci e una musica ammaliante guida i loro passi verso il nascondiglio di Mashhit, il demone che si nutre delle loro anime innocenti.




Anteprima: "ELIZABETH STREET - DA SCILLA A NEW YORK" di Laurie Fabiano.

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Traduttore: Francesca Barbanera
Genere: Narrativa Contemporanea
Editore: AmazonCrossing
Pagine:
 
Prezzo: € 4,99 (ebook)
Uscita:  12 gennaio 2016










Sinossi:

Elizabeth Street racconta la straordinaria storia di una famiglia di origine italiana agli inizi del XX secolo, una storia verissima e narrata con inconsueta passione.
Attingendo alla propria vicenda familiare, l’autrice traccia un coinvolgente ritratto di Giovanna Costa, una donna coraggiosa che si lascia alle spalle un passato di sofferenze per costruirsi un’altra vita nel Nuovo Mondo.
Da un lato i colori e i suoni di Scilla, i drammi di un Sud Italia provato dalla povertà e sconvolto dalla catastrofe del terremoto di Messina, dall’altro gli scorci di una New York in crescita vertiginosa e di una Little Italy spaccata tra nostalgia e voglia di rivincita. Su questo sfondo, Giovanna riuscirà a farsi nuove amicizie, dare alla luce una bambina, gestire con determinazione gli affari e ridare un senso alla propria esistenza. I suoi successi, però, attireranno l’attenzione della Mano Nera, la brutale organizzazione criminale italoamericana. Quando questa inizierà a colpire, Giovanna lotterà con tutte le sue forze per salvare l’unica cosa che davvero conta per lei: la famiglia.



L’autore:

Laurie Fabiano ama tutto ciò che la riporta alle proprie origini italiane. Nella sua brillante carriera si è dedicata al marketing e alla raccolta fondi per associazioni no profit, raccogliendo milioni di dollari e promuovendo campagne di sensibilizzazione.
Nel suo primo romanzo, Elizabeth Street, racconta la storia della propria famiglia, una famiglia italiana molto unita e ricca di menti creative, a cui Laurie è profondamente legata. Vive a Hoboken con suo marito e la figlia Siena.




Anteprima:"ZITTA E FERMA MISS PORTLAND!" Viviana Giorgi

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Genere: Romance Storico
Editore: Emmabooks
Pagine:
Prezzo:€ 

 Uscita: 15 Dicembre 2015













Sinossi:
Nel 2015 si è festeggiato l’ottantesimo anniversario di ‘Regency Buck’, considerato il primo romanzo storico ambientato durante il periodo della Reggenza (1811-1820): firmato da Georgette Heyer nel 1935, dava inizio a uno dei generi più popolari di tutti i tempi, il regency. Per celebrare quel romanzo e la sua autrice, Viviana Giorgi ha scritto per Emma Books un divertissement affettuoso che fin dal titolo riecheggia gli umori del genere e si ispira a quel mondo, all’apparenza popolato solo da duchi e conti e marchesi – spesso arroganti e libertini – e da ingenue debuttanti in cerca di marito o prede di cacciatori di dote. La Giorgi lo ripercorre a suo modo, con i toni ironici che caratterizzano la sua scrittura e cambiando un po’ le regole del gioco... In ‘Zitta e ferma, Miss Portland!’ ci sono, come è giusto che sia, un conte refrattario al matrimonio (addirittura due, per la verità); una giovane donna (Miss Portland, naturalmente) indifferente alle regole del ton e per nulla desiderosa di accasarsi; la season londinese in tutto il suo splendore e pure “un’estate da ricordare” (come direbbe Mary Balogh) nella campagna del Sussex. E infine, tra qualche scaramuccia, un duello mancato e un tentativo di fuga verso Gretna Green, l’immancabile happy ending.
L’AUTRICE:Ex giornalista, milanese, amante dei bassotti e dei gatti rossi, Viviana Giorgi scrive per lo più commedie romantiche contemporanee, più speziate che sfumate, con eroine decise, ma un po’ imbranate e non certo sofisticate, ed eroi gloriosamente da sballo. Tra una romantic comedy e l’altra, ogni tanto si lascia tentare anche dal lato più sorridente e vivace del romance storico, suo primo indimenticato amore. Il lieto fine per lei? Obbligatorio e altamente glicemico, sia che la sua eroina vesta in jeans o in stile impero. Perché, come ripete spesso: se si deve sognare, meglio farlo alla grande, no!











Anteprima: "LA PIANISTA DI VIENNA" di Mona Golabek e Lee Cohen.

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L’amore decise il suo destino. 
La musica le salvò la vita.


Genere: Narrativa Contemporanea
Editore: Sperling & Kupfer
Collana: Pandora
Pagine:
 324
Prezzo: € 17,90 (cartaceo)
Uscita:  19 gennaio 2016









Sinossi:

«Non smettere mai di suonare, così sarò sempre con te.»

È questa la promessa che la madre strappa a Lisa il giorno in cui si dicono addio alla stazione di Vienna. Lisa Jura ha 14 anni e ha sempre sognato di diventare una pianista. Ma ora, nel 1938, Lisa non può più suonare, perché è ebrea. Quel giorno, sale su un treno che la porterà in Inghilterra, grazie a una missione umanitaria chiamata Kindertransport. I genitori hanno potuto acquistare il biglietto solo per una delle tre figlie: una scelta che vuol dire distacco, ma anche salvezza. Da quel momento, Lisa si aggrapperà alla musica: mentre le bombe dilaniano Londra, mentre la mancanza di notizie dalla famiglia le spezza il cuore, mentre il futuro è un orizzonte buio da cui arrivano solo le note di un pianoforte.
IN OCCASIONE DEL 27 GENNAIO 2016, GIORNO DELLA MEMORIA, UNA COMMOVENTE STORIA DI CORAGGIO E RESISTENZA ISPIRATA ALLA VERA VITA DELLA MADRE DELL’AUTRICE, SCAMPATA ALL’OLOCAUSTO GRAZIE AL GRANDE GESTO D’AMORE DEI GENITORI, AL KINDERTRANSPORT E ALLA MUSICA.

DAL LIBRO, ORMAI UN LONGSELLER, MONA GOLABEK HA TRATTO UNO SPETTACOLO TEATRALE: GIÀ MESSO IN SCENA NEGLI USA, STA PER DEBUTTARE A LONDRA. E LA BBC NE TRARRÀ UN FILM.

«IL TRIBUTO DI MONA GOLABEK A SUA MADRE È MAGNETICO» – THE HUFFINGTON POST

L’autore:

Mona Golabek vive a Los Angeles. Pianista di fama internazionale, ha trasmesso ai suoi figli – anche loro musicisti – la passione per la musica, quella che lei stessa ha ereditato dalla madre, Lisa Jura, protagonista di questo libro.

Lee Cohen è giornalista, sceneggiatore e poeta. Vive a Los Angeles.






Romantic Xmas: "LA STELLA DI PONT ROUGE" di Theresa Melville.

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Tourangeau. Theresa Melville.
Ritorna con uno spin-off inedito un'autrice che ha conquistato il cuore delle sue lettrici, ritornano i protagonisti della Trilogia Tourangeau!
Un cognome, una famiglia, una storia scritta nel sangue, nelle sconfitte, nelle vittorie... nell'amore. Per la rassegna Romantic Xmas, abbiamo l'immenso onore di ospitare "LA STELLA DI PONT ROUGE", un racconto eccezionale firmato da una scrittrice che ha fatto e continuerà a fare la storia del romance italiano. 

Buona lettura!



Scendeva la sera sul viale sterrato che filava tra i cipressi verso Villa Tourangeau.
Pozze e fango lasciati sul terreno dalla recente nevicata rallentavano il procedere della carrozza. A parte il cigolio delle ruote e lo zoccolare dei cavalli, il silenzio era assoluto, sia fuori, sui campi innevati, sia nell'abitacolo. 
I due passeggeri non si rivolgevano parola, assorti in cupe riflessioni. Avevano già discusso a lungo sullo scopo di quel viaggio, e non aveva senso continuare basandosi su congetture: presto i fatti avrebbero dato ragione all'uno o all'altra.
Il tragitto che da Fontainebleau portava a Chantilly e alle terre dei Tourangeau stava per concludersi.
A causa del freddo intenso di quel dicembre del 1819, il viaggio era stato disagevole, tuttavia, al contrario della giovane donna che lo accompagnava, Luc Giraud non aveva fretta di arrivare.
A destinazione lo attendeva un incarico gravoso. Persone care avrebbero sofferto, tra queste l'uomo che considerava suo fratello: Marcel Bartèn. Non potendo evitargli quella sofferenza, sperava nella sua comprensione, nel suo perdono.
Un tempo Marcel non avrebbe compreso e tantomeno perdonato, non trent'anni addietro, quando nel suo petto ribolliva una mistura micidiale di istinto e di passione.  Quelli erano gli anni della Rivoluzione. Decaduto l'Ancien Régime, mentre giacobini e borghesia governavano la Francia al posto di Luigi XVI, il popolo viveva di stenti in una Parigi dilaniata dalle lotte intestine. Molti erano fuggiti nelle campagne, tra loro un gruppo di ribelli che si era stabilito a Pont Rouge, un borgo immerso nella foresta di Fontainebleau. Il capo di quei ribelli era Marcel Bartén, ex soldato dell'esercito, ex galeotto liberato dai rivoluzionari durante l'assalto alla Bastiglia. Sotto la guida di Marcel e del suo fraterno amico Luc Giraud, la comunità di Pont Rouge era cresciuta in numero di anime e in cattiva fama. Perfino la Guardia Nazionale girava al largo dalla zona, e nei paesi limitrofi si mettevano in guardia i forestieri dal passare quel ponte sulle gole che conduceva al villaggio. Marcel aveva un bel daffare a mantenere l'ordine a Pont Rouge, ma non si risparmiava, e proteggeva la sua gente a costo della vita. Nella primavera del 1794, quell'ordine era stato infranto: una giovane donna, con la sola compagnia del suo cavallo, aveva attraversato di notte il ponte tra le gole. La temeraria era la contessa Cornélie Danterre de Tourangeau. Dal suo arrivo, tutto a Pont Rouge era cambiato.
Venticinque difficili anni erano trascorsi da allora, anni che avevano segnato Luc Giraud sul volto e nel cuore, senza però scalfire l'amicizia con Marcel.
Sballottato dentro la carrozza che arrancava sul terreno accidentato, Luc ripensava a quante volte aveva litigato con Marcel per via della contessa. Aveva ostacolato quell'unione convinto che i due fossero troppo diversi, e insanabili le loro divergenze, ma col tempo si era dovuto ricredere. Marcel e Cornélie avevano infatti superato prove durissime, si erano sposati e avevano avuto una figlia, Julie. Si erano trasferiti a Parigi, ma spesso tornavano a Pont Rouge, e allora nel villaggio era gran festa. Non per tutti: una donna si struggeva di rimpianti pensando al suo amore perduto.          
«Che razza di storia…» mormorò Luc soprappensiero.
La compagna di viaggio si girò a guardarlo. «Cosa borbotti, Luc?»
«Riflettevo su un passato lontano, molto lontano.»
«Quando eri giovane e bello e le donne di Pont Rouge cadevano ai tuoi piedi?»
«C'è poco da sfottere, ragazzina. Al tempo feci la mia parte.»
Lo sguardo ridente dei chiarissimi occhi azzurri parve illuminare l'abitacolo. «So tutto delle tue bravate, sai. In paese ancora se ne parla.»
«Ma senti senti… E chi ne parla?»
«Quei vecchi ubriaconi alla taverna.»
L'uomo ebbe un sussulto e raddrizzò la testa glabra. «Quei vecchi meritano il tuo rispetto, Estelle» l'ammonì agitando l'indice. «Hanno fondato e difeso Pont Rouge, si sono spezzati la schiena nei campi, hanno costruito pietra su pietra la casa in cui nascesti ventitré anni fa e nella quale ancora vivi. Non te lo scordare.»
«Stai pontificando proprio come loro.»
«Io sono uno di loro, perdio!»
Sorpresa dall'impeto della risposta, Estelle si affrettò a scusarsi.
«Perdonami, non volevo essere offensiva» disse conciliante. «Sai quanto conti per me la gente di Pont Rouge… Soprattutto adesso.»
Lui grugnì guardando fuori. Rabbrividì. Era quasi buio, nella carrozza si gelava. Dalla tasca del pastrano prese una fiaschetta e l'allungò alla ragazza.
«Bevi un goccio. Ti riscalderà.»
«Prima tu» gli rispose, e a lui quella premura scaldò il petto più che l'acquavite. «So quanto ti costa essere qui, Luc. Forse ho sbagliato a coinvolgerti, ma non avrei voluto nessun altro accanto in un momento come questo.»
«Dovevi darmi retta e levarti dalla testa questo maledetto viaggio.»
«Lo avrai già detto cento volte, ma ormai siamo quasi arrivati e io tremo dalla testa ai piedi per l'agitazione. Dovresti incoraggiarmi, non darmi il tormento.»
«Sono settimane che cerco di farti cambiare idea. Quanto fiato sprecato!» 
«Ecco che ricominci! Avrei dovuto sbrigarmela da sola.»
«E come? Il tuo mondo si ferma a quei quattro paesi intorno a Fontainebleau, non sai nemmeno com'è fatta una città! Tua madre, pace all'anima sua, ti ha tenuto il guinzaglio corto.»
«Puoi biasimarla, sapendo quello che ha passato?
«Ha avuto vita grama, d'accordo, ciò non toglie che abbia esagerato nel volerti proteggere. Glielo dicevamo tutti in paese, ma Amande non sentiva ragioni. La paura che incappassi in brutte esperienze era come l'amore che provava per te: qualcosa che la sovrastava, che non riusciva a controllare.»
«Sarà pure stata ossessiva, e non nego che avesse un carattere bizzarro, ma è stata una madre meravigliosa, l'unica vera amica che abbia avuto. Parlavamo per ore. Mi raccontava di quando viveva a Parigi, della sua passione per il palcoscenico... E dei sogni che il destino le ha rubato.» La commozione le strozzò la voce.
Sei mesi prima Estelle aveva perso sua madre Amande, uccisa dalla tisi. Del padre, aveva sempre saputo solo che era andato in guerra per non tornare più; ignorava anche il suo nome, prima di leggerlo nella lettera che Luc le aveva consegnato dopo la morte di Amande, come la donna stessa aveva predisposto.
«Dimmi una cosa, Luc: in tutti questi anni, non hai mai sospettato che fosse lui mio padre?»
«Sì, in verità. Più di una volta ho affrontato la questione con Amande, ma lei si ostinava a negare anche quando le facevo notare una certa somiglianza.»
Stupita, Estelle si sfiorò una guancia. «Dici davvero? Gli assomiglio?»
«Hai gli stessi capelli chiari e gli occhi azzurri di Amande, ma lo sguardo e i tratti del volto sono quelli di Marcel.»
«Di lui ho ricordi vaghi. L'ho visto al villaggio qualche volta, ma sempre da lontano. La mamma è riuscita a non farci mai incontrare.»
«È proprio questo il punto.» Luc raddrizzò la schiena schiarendosi la voce. «Mi spiace rimarcarlo, ma è stata Amande a volerti separare da tuo padre. Se gli avesse rivelato la tua esistenza, lui avrebbe trovato il modo di starti vicino, non si sarebbe mai tirato indietro.»
«Anche se aveva una moglie e un'altra figlia della mia età?» Scosse la testa con un sorriso amaro. «Si stenta a credere che io e Julie siamo nate a un mese di distanza l'una dall'altra.»
«Ti ho già raccontato come andò, smetti di rimuginarci» tagliò corto Luc. «Ma deve esserti chiaro che Marcel non ha colpe in questa storia, o perlomeno non sa di averne, come Amande scrisse nella lettera.»
«Non ho mai pensato di andare da lui a recriminare.»
«Allora perché lo vuoi vedere a tutti i costi? Perché sconvolgere la sua vita e quella della sua famiglia? Non hai bisogno di lui, non sei sola. Mi occuperò io di te. Sai quello che provavo per tua madre… Una volta le chiesi di sposarmi, ma lei si rifiutò, altrimenti avrei dato il mio nome a tutte e due.»
«Ed io sarei stata fiera di portarlo.» Si protese a sfiorargli la mano. «L'affetto che ci lega non cambierà mai. Non dubitarne.»
Lui ne dubitava, invece. Lo spaventava l'idea di perderla.
«Te lo chiedo un'ultima volta, Estelle: ripensaci, torniamo indietro.»
Lei rispose pacata: «Ti prego, non insistere. Ormai ho deciso».
«Cristo santo, sei tale e quale a tuo padre! Quando eravamo giovani, a vedergli quel sorriso piatto sulla faccia, lo stesso che ora vedo sulla tua, c'era da aver paura. Alla sua calma seguiva tempesta.»
«Non ci saranno tempeste» lo rassicurò. «Voglio solo creare un rapporto con lui. Credo che la mamma sperasse di riunirci, altrimenti perché rivelarmi la verità in quella lettera?»
«Forse desiderava darti l'opportunità di vivere una vita migliore della sua.»
«Appunto. Mio padre e la sua famiglia non potranno non comprenderlo.»     
«Non si tratta di comprendere la situazione, ma di accettarla. Promettimi che parleremo insieme a Marcel, e solo quando mi parrà il momento adatto.»
«Te lo prometto.»
«Bene. Affronteremo l'argomento tra di noi, senza che il resto della famiglia sia presente. Voglio un bene dell'anima a quelle persone; Laurent e Véronique li ho conosciuti quand'erano bambini e Julie l'ho vista in fasce, tuttavia non so proprio come potrebbero reagire.»
«Li troveremo tutti alla villa?»
«Di sicuro, oltre a Marcel, ci saranno Laurent con la moglie e le figlie, che abitano nella tenuta. Gli altri dovrebbero arrivare a ridosso della vigilia, così mi disse Marcel circa un mese fa offrendomi di passare insieme il Natale.»
Lei si adombrò. «Allora è per questo che siamo venuti con una settimana di anticipo: non volevi che incontrassi la famiglia riunita.»
«Ho cercato di limitare i danni, perché ce ne saranno, sai, e parecchi!»  
«Se speri ancora di farmi cambiare idea, ti sbagli» dichiarò fremendo. «Non voglio nascondermi, non ho nulla di cui vergognarmi. So leggere, scrivere e far di conto, e so badare a me stessa. Mia madre si è fatta in quattro per darmi un'educazione, per far sì che imparassi un mestiere, e quando protestavo diceva che un giorno avrei messo a frutto i suoi insegnamenti. Forse pensava al giorno in cui avrei bussato alla porta di mio padre.»
Luc riconobbe negli occhi di Estelle la caparbia determinazione di Marcel. Mettere in guardia l'amico da quell'istinto cieco e distruttivo non era mai servito, come non serviva adesso con sua figlia. 

«Sei proprio tu, canaglia!»
«In carne ed ossa, Marcel.»
Felici di ritrovarsi, i due uomini si scambiarono un poderoso abbraccio.
«Non credevo che saresti venuto. Un mese fa, quando ti proposi di passare insieme il Natale alla tenuta, mi sembrasti molto incerto.»
«Lo ero, poi mi sono deciso. Avevo voglia di una rimpatriata.»
«Ce la spasseremo, vedrai.»
«Ci conto, amico mio.» Luc abbaiò una risata e gli indicò la ragazza sulla porta della sala. «Come vedi non sono solo. Ho portato con me…»
Ma lo interruppe, entrando, un uomo bruno sorridente. «Luc Giraud! Non credo ai miei occhi!».
«Per tutti i diavoli, Laurent! Fatti guardare, ragazzo. Diamine, l'ultima volta non avevi tutta questa barba.»
«Sono passati alcuni anni» replicò il conte Laurent d'Ovry Danterre de Tourangeau, per poi rivolgersi alla donna che lo seguiva con un bimbo di pochi mesi tra le braccia. «Cara, ti ricordi di Luc Giraud?»
«Come potrei non ricordarlo?» ribatté la contessa Cécile con un gran sorriso. «Il vostro nome ricorre spesso nei discorsi di famiglia, Luc. Sono lieta che siate venuto.»
«Grazie, contessa.» E alludendo al bimbo: «Suppongo che lui sia l'ultimo nato.»
«Infatti. Vi presento il nostro Marc» disse Cècile baciando la testa ricciuta del figlio.
«Mi congratulo. Non sapevo di questa nascita… Ammetto di aver perso il conto.»
«Abbiamo quattro figli» spiegò Laurent. «Dopo la primogenita sono arrivate le gemelle e in agosto è nato Marc. Grazie a lui» sottolineò il conte con fierezza, «la casata dei D'Ovry Danterre de Tourangeau non andrà estinta.»
Irrigidita sulla soglia del salone, con quelle voci gioiose nelle orecchie, Estelle si guardava intorno sconcertata dai sontuosi arredi. Ora le sue certezze vacillavano, e i moniti di Luc risuonavano nella sua mente più minacciosi che mai. Perlustrando con gli occhi la magnifica sala, si vide riflessa in una specchiera gigantesca con un'aria smarrita da far pietà, tanto che stentò a riconoscersi.
Allora si scosse, raddrizzò la schiena, tirò indietro il cappuccio del mantello scoprendosi la testa. Così facendo guardò in alto e vide alle pareti i ritratti di severi personaggi che sembravano scrutarla con malignità.
La colpì il volto di donna raffigurato nel dipinto appeso sul camino: un ovale perfettodall'incarnato niveo, una massa di riccioli rossi sciolti sulle spalle e due occhi di smeraldo. Estelle la riconobbe subito, malgrado l'avesse vista poche volte molti anni addietro: era la contessa Cornélie Danterre de Tourangeau, la prima moglie di Marcel Bartén, morta a quarant'anni cadendo da cavallo. L'espressione decisa di quel viso la suggestionò al punto che ignorò l'impaziente esortazione di Luc.
«Estelle, ragazza mia, avvicinati! Cosa fai lì impalata col naso per aria? Vieni a conoscere i padroni di casa.»
Lei trasalì sotto gli sguardi perplessi dei presenti trovandosi a corto di parole, ma presto si riprese, e la sua voce si levò limpida e ferma.
«Vogliate perdonarmi. Sono frastornata per via del lungo viaggio e sbalordita dalla magnificenza della villa.» Intanto attraversava la sala per raggiungere il gruppetto. «Signor conte, signora contessa, generale Bartén, vi ringrazio per accogliermi senza alcun preavviso.»
«È un piacere avervi qui» replicò il conte Laurent facendole un breve inchino. «Luc fa parte della famiglia e i suoi amici sono i nostri. Siete anche voi di Pont Rouge, signorina Estelle?»
«Sì, signor conte. Vivo a Pont Rouge, dove sono nata.»
Una scintilla di interesse accese il volto di Marcel.
«La vostra fisionomia non mi è nuova» commentò. «Sono quasi certo di avervi già veduta, eppure mi sfuggono le circostanze.»
«Probabilmente ci siamo incrociati durante una delle vostre visite a Pont Rouge, generale Bartén.»
«A proposito…» intervenne Luc togliendo intenzionalmente la parola alla ragazza. «Marcel, da quanto tempo manchi dal villaggio?
«Da circa tre anni. Condussi Domitilla a Pont Rouge subito dopo le nozze per mostrarle i luoghi della mia giovinezza.»
«Ora ricordo. Dimmi, come sta tua moglie?»
«Ottimamente. Si trova a Parigi, assorbita dalle feste natalizie di beneficenza che organizza insieme a Véronique. Entrambe ci raggiungeranno tra qualche giorno con Christian e la piccola Dorine.»
«Le mie figlie non vedono l'ora di passare un po' di tempo con la cuginetta» disse la contessa Cécile rivolgendosi a Estelle. «Il Natale a Villa Tourangeau è una gran baraonda, sapete. Spero vi piacciano i bambini, perché qui ne ce ne saranno in cospicuo numero e chiassosi.»
Come a voler sottolineare quella frase, il piccolo Marc cominciò a piagnucolare e ad agitarsi tra le braccia della madre, stropicciandosi il naso con le manine.
«Sembra che il vostro piccino sia molto raffreddato, contessa» mormorò Estelle osservando il bimbo. «Credo che respiri male. Riuscite a fargli fare i fumenti?»  
«Per carità! Come lo avvicino al catino, sono urla e strepiti. So che dovrei tapparmi le orecchie e costringerlo a respirare i vapori, ma non resisto a sentirlo piangere in quel modo.»
«Per caso, bollite le foglie di eucalipto?»
«Sicuro, foglie di pino e di eucalipto.»
«Se permettete, vi sconsiglio l'eucalipto: l'odore è piuttosto forte, i bambini lo tollerano a fatica. Quanto al pino, è meglio usare le gemme al posto delle foglie.»
«Davvero? Non ne avevo idea!»
«L'aroma che si sprigiona dalle gemme è meno penetrante. In alternativa, vi suggerisco di utilizzare la viola mammola. Ai bambini piace molto il suo profumo. Potete usare i fiori per i fumenti e per gli infusi. Le foglie tritate e impastate con il miele sono invece molto utili per sfiammare le pelle arrossata. I risultati sono eccellenti, vi stupiranno.»
La contessa Cécile rimase favorevolmente colpita dalla garbata esposizione.
«Grazie, mia cara, proverò senz'altro i vostri rimedi. Si direbbe che abbiate vasta esperienza in materia di erbe officinali. Come mai?»
«Sono un'erborista. Ho imparato a riconoscere i fiori e le piante prima che a leggere e a scrivere.»
«L'argomento mi appassiona moltissimo! Spero che nei prossimi giorni ne riparleremo, sempre che siate disposta a rivelarmi qualche vostro piccolo segreto del mestiere.»
«Ne sarò felice.»
Con malcelato orgoglio, Luc cinse le spalle della sua protetta dicendo: «Ci sa fare con le erbe, la nostra Estelle. Ha un intuito particolare per capire i problemi di salute e trovare le cure più efficaci, una specie di fiuto, che sembra fallisca di rado. Vengono dai paesi vicini per acquistare i suoi preparati.»
«Via, Luc, non esagerare…»
«Non sto esagerando. Hai un dono, ragazza mia, perché nasconderlo?» Tornò a rivolgersi agli amici: «Volete sapere come la chiamano? La "Stella di Pont Rouge", ecco come!»
«Tutto ciò è straordinario!» gongolò Cècile. «Mio caro Luc, ci avete fatto davvero un bel regalo di Natale portandoci la signorina Estelle.»
La contessa cominciò a fare fitti programmi per i giorni a venire, inclusa una gita nei dintorni per raccogliere erbe. 
Il conte Laurent condivise senza riserve l'entusiasmo della moglie e propose un itinerario nei boschi.  
Diversamente, Marcel si teneva in disparte fumando un grosso sigaro, osservando meditabondo la giovane erborista.
«C'era una donna a Pont Rouge» disse d'un tratto. «Anche lei faceva medicamenti con le piante.»
Luc gettò una rapida occhiata all'amico, che ricambiò torvo.
Si chiese allora se lui non avesse già intuito la vera identità di Estelle, e si augurò che così non fosse. Era troppo presto per affrontare la dolente verità. Marcel doveva prima capire che la ragazza aveva un cuore buono, che era disperata per la morte della madre e affamata di affetto, che non voleva nuocere, solo conquistare l'amore di un padre che per tutta la vita le era mancato.
Estelle aspettava suo padre da ventitré anni. Quell'attesa era finita. Per timore di non riuscire a tener fede alla promessa fatta a Luc, non replicò a Marcel, ma con gli occhi gli lanciò una folgore che lo colpì dritta al cuore.
Sul momento, lui non seppe spiegarsi l'emozione che lo avvinse. Mentre un'ipotesi assurda prendeva forma nella mente, faticava a calmare l'affanno, aspettando che il cuore rallentasse il forsennato battito.
«Seguimi, Luc» disse con voce incolore avviandosi verso la parte opposta della sala, dov'era il mobile dei liquori. «Fammi compagnia con un bicchiere di cognac.»
Si allontanarono per raggiungere un angolo appartato dove avrebbero potuto parlare sottovoce senza essere ascoltati.
Intanto Laurent riprendeva il discorso rimasto in sospeso.
«Ricordo anch'io la donna di cui parlava poc'anzi Marcel. Si chiamava Amande, abitava in una casa con un giardino selvaggio tutto intorno. Il profumo delle spezie si sentiva dal sentiero.»
«Ricordate bene, signor conte. Quella scia di aromi conduceva dritta fino a casa nostra.»
«Casa vostra? Quindi voi…»
«Amande Seguy era mia madre. Erbe, fiori e piante non avevano segreti per lei, che mi ha insegnato tutto ciò che so.»
«La figlia di Amande, ma certo! Ci sarei potuto arrivare da solo. La somiglianza con vostra madre è impressionante.»
«Lo considero un grande complimento. Vi ringrazio.»
«Avete parlato di lei al passato» mormorò Cècile. «Mi pare di capire che vostra madre non sia più con noi.»
«Purtroppo è morta di tisi sei mesi fa.»
«Oh, mia cara, quanto mi dispiace! Immagino che stiate passando un momento di grande sofferenza.»
«È così, infatti. Mia madre e io eravamo molto unite. Lei è sempre stata la mia guida.»
«E continuerà a esserlo, siatene certa.»
«Grazie per le vostre parole, contessa.»
«Chiamatemi Cécile, volete?»
In quel momento giunse loro il rumore di passi frettolosi che si avvicinavano, poi una giovane donna dai capelli rossi raccolti in una lunga treccia entrò a precipizio nel salone.
«Ma allora è vero!» esclamò raggiungendo Luc e Marcel che stavano ancora confabulando distanti dagli altri. «Quando il maggiordomo mi ha detto del tuo arrivo, non riuscivo a crederci. Che gioia rivederti, Luc!»
L'uomo aprì le braccia. «È una gioia anche per me, Julie. Ti credevo a Parigi.»
«Era in programma che mio marito e io venissimo alla vigilia, ma all'ultimo ho  cambiato idea. Sono arrivata da sola due giorni fa con l'intenzione di passare un po' di tempo con mio padre. Ultimamente lo vedo così poco!»
Marcel non replicò, forse nemmeno sentì le sue parole. Sconvolto da quanto Luc gli aveva appena detto, tornava verso il gruppo lentamente, il capo chino, le spalle curve come sotto un grosso peso. 
Vedendolo così abbattuto, Luc maledisse Amande, se stesso e il giorno in cui aveva consegnato a Estelle la lettera rivelatrice. Ma ormai non si poteva più tornare indietro, e il peggio doveva ancora venire.    
Prese coraggio. «Julie, vorrei presentarti la persona con cui sono venuto.»
Estelle si avvicinò intrecciando le mani per nasconderne il tremore. Non si aspettava di conoscere la sorellastra così presto, né di sentirsi tanto turbata al suo cospetto.
Amande e Cornélie erano state acerrime rivali per amore di Marcel, che aveva scelto la contessa. Amande non si era mai rassegnata; la maternità aveva portato nella sua vita una felicità senza eguali, ma gelosia e livore non avevano smesso mai di torturarla. 
Ora Estelle e Julie, figlie delle due antagoniste, si trovavano faccia a faccia.
Erano così somiglianti alle rispettive madri, che Luc, guardandole, ebbe l'impressione di tornare indietro alla primavera del 1796, quando a Pont Rouge si erano intrecciati i destini di Marcel Bartén, Cornélie Danterre de Tourangeau e Amande Seguy. Sul finire dello stesso anno, a circa un mese l'una dall'altra, erano nate Julie ed Estelle.      
«Julie Bartén Rabeau, ti presento Estelle Seguy» disse Luc solennemente.
Le due si scrutarono con curiosità, guardinghe. Avvertivano qualcosa di strano nell'aria, nella commozione di Luc, nella cupezza di Marcel.
Julie fu schietta. «Benvenuta! Da dove venite, signorina Estelle? Raccontatemi di voi.»  
Ma un altro rispose in vece sua.
«Estelle viene da Pont Rouge» dichiarò Marcel. «È tua sorella.»
Il tempo sembrò fermarsi sospeso nel silenzio.
Seguì la ribellione di Julie. «Io non ho sorelle. Scommetto che lei sia l'unica a sostenerlo… Luc, come ti è venuto in mente di portarci in casa un'imbrogliona?»
«Forse dovresti aspettare di conoscere tutta la storia, prima di esprimere giudizi.»
«Padre, si può sapere di quale storia sta parlando?
«Sono sconvolto quanto te, Julie. Ignoravo l'esistenza di Estelle prima di stasera, tuttavia… Sì, è figlia mia.»
«Non è possibile! Lei sembra avere più o meno la mia età, al tempo eri sposato con la mamma.»
«Non lo ero ancora quando accadde il fatto, nel marzo del 1796. Tua madre e io avevamo avuto un violento litigio. Credevo che avessimo chiuso definitivamente, così lasciai Parigi e tornai a Pont Rouge. Lì rividi Amande, con la quale avevo avuto una relazione anni prima. Una sera lei mi trovò alla taverna ubriaco fradicio e mi portò a casa sua. Mi sono svegliato nel suo letto, ma della notte appena trascorsa non ricordavo nulla. Quel giorno mio fratello e Cornélie vennero a cercarmi al villaggio e mi trovarono in casa di Amande. Lei negò che tra me e lei fosse successo qualcosa, disse che si era limitata a darmi un tetto sotto il quale smaltire la sbornia. Le credetti. Le credette anche tua madre, tanto che ci riconciliammo e pochi giorni dopo ci sposammo a Samoreau.»
«E in tutti questi anni un sospetto non ti ha mai sfiorato?»
«Non avevo motivo di sospettare alcunché: Amande mi ha tenuto all'oscuro di tutto.»
«Faccio fatica a crederti, padre.»
«Sta dicendo il vero» intervenne Estelle. «Mia madre ha mantenuto il segreto fino a pochi giorni prima di morire, quando scrisse quella lettera. Luc può confermarlo.»
«Sicuro, andò così. Dopo aver saputo la verità, Estelle ha ragionato a lungo sulla possibilità di venire a conoscere suo padre. Infine ha deciso di farsi avanti e a quel punto ho voluto accompagnarla.» Allargò le braccia con l'espressione costernata. «Forse avrei dovuto scriverti, Marcel, ma lo sai che con carta e penna non ho dimestichezza... Mi dispiace tanto, amico mio.»
Lui lo tranquillizzò posandogli una mano sulla spalla. «Va bene, Luc, non stare a scusarti. E voi, signorina… Estelle…»
«Credo basti che mi chiamiate per nome» gli disse con un sorriso sofferto.
Marcel la fissò a lungo, ancora incredulo.
«Cristo santo» mormorò poi, e bevve d'un fiato ciò che restava del suo cognac.
La contessa Cècile, da donna pratica qual era, propose che Marcel passasse del tempo da solo con Estelle. Nel frattempo, gli altri avrebbero cercato di riordinare le idee.
Tutti approvarono. Marcel ed Estelle vennero lasciati da soli nel salone, mentre Luc e Laurent andarono nella sala del biliardo.
Julie salì di corsa al piano nobile e si chiuse nella propria suite.
Cècile lasciò che la cugina riflettesse in solitudine. Portò il figlio nella nursery, dispose che le bambine non disturbassero il padre e cenassero senza gli adulti, i quali avrebbero consumato il pasto in seguito.
In capo a una ventina di minuti raggiunse Julie, trovandola in uno stato di grande nervosismo. 
«Cerca di calmarti» esordì una volta entrata nella stanza. «Capisco che la situazione sia spinosa, ma, mia cara, non è questo il modo di affrontarla.»
In preda all'ansia, Julie non le dava ascolto. Camminando su e giù per la stanza, macchinava fosche congetture.
«Dovrei essere al fianco di mio padre. Non mi fido di quella
«Ho scambiato due parole con Estelle prima del tuo arrivo, e non mi è sembrata male intenzionata. Credo che dovresti darle una possibilità.»
«E accettarla in grembo alla famiglia come se niente fosse? Inconcepibile.»
«Per favore, smetti di fare avanti e indietro o mi farai venire un capogiro.» Sedette sul divanetto nel bovindo. «Vieni accanto a me, ragioniamo tranquillamente.»
«Tranquillamente?!» esclamò la cugina sedendo sul sofà. «Mi sta crollando il mondo addosso!»   
«Devi farti forza. So che non è un periodo facile per te, ma nessuno è responsabile di quello che stai passando, tantomeno Estelle. Bisogna avere pazienza, dare tempo al tempo.»
Julie si prese il volto tra le mani e pianse. Motivo del suo profondo sconforto, non era tanto Estelle, quanto una gravidanza interrottasi incidentalmente un anno prima. Il dolore per la maternità mancata era acutizzato dal fatto che non riusciva a restare di nuovo incinta. Il medico le aveva detto che l'agitazione non giovava alla salute, ma lei non si dava pace, e la sua salute peggiorava. 
«Ci mancava solo questa…» mormorò tra le lacrime. «Una sorellastra!»
«In fondo non è così male.»
«Non starai dalla sua parte, spero!»
«Diciamo che non le sono ostile.»
«Dovresti, invece! Quella donna non ha niente da perdere e non si farà alcuno scrupolo, proprio come sua madre all'epoca. Lo hai sentito, no? Amande approfittò del fatto che mio padre fosse ubriaco per portarselo a casa e circuirlo.»
Cècile si volse a guardare dalla grande finestra il giardino sottostante immerso nell'oscurità. «Inutile dire che per fare certe cose bisogna essere in due, e consenzienti» disse adagio.
«Non c'era bisogno di essere esplicita.»
«Vorrai scusarmi se lo sarò ancora, Julie. Da un certo punto di vista, il silenzio di Amande è da apprezzare. Quella donna avrebbe potuto distruggere il matrimonio dei tuoi genitori con una parola, ma non l'ha fatto. Dio solo sa se ha taciuto per orgoglio o per il troppo amore per Marcel, in ogni caso, invece di pretendere da lui denaro e attenzioni, gli ha risparmiato lo scandalo e ha cresciuto sua figlia da sola, facendone, a mio parere, una ragazza con la testa sulle spalle.»
«Questo è troppo!» Julie scattò in piedi piccata. «Dovrei anche farmela piacere?»
«Lei mi sembra meritevole. Se c'è qualcuno che non ha responsabilità in questa vicenda, siete proprio tu ed Estelle. Quanto al suo ardire di presentarsi qui, puoi davvero condannarla?»
Julie mise le braccia conserte dando le spalle alla cugina. «Ne ho abbastanza di parlare di Estelle. Non dispiacerti, ma vorrei restare sola.»
«Come preferisci. Manderò Lisette ad avvisarti quando sarà pronta la cena.»
«Non serve. Non scenderò per cena. Ho la nausea e un forte mal di capo.»
«Vorrei poter fare qualcosa…» Si avvicinò per farle una carezza, ma Julie restò impassibile. «Ti andrebbe una tisana?»
«Grazie, ma andrò subito a letto. Buonanotte.»   
Cécile bisbigliò un saluto e lasciò con mestizia la stanza.
Era consapevole di essersi espressa senza mezzi termini, ma non pentita. La situazione andava affrontata con realismo. Conosceva Marcel tanto da sapere che non avrebbe mai respinto una figlia anche se illegittima, e che se ne sarebbe preso cura a prescindere dall'approvazione di chiunque, inclusa Julie. Le sorellastre dovevano pertanto trovare il modo di coesistere. Sperava di non essersi sbagliata a giudicare Estelle, che le aveva fatto un'ottima impressione, malgrado ciò credeva fosse necessario approfondire le sue finalità.
Una casa, un vitalizio, il nome dei Bartén… Cosa avrebbe cercato di ottenere Estelle dal ritrovato genitore? Forse ella ignorava che, defunta la contessa Cornélie, le ricchezze dei Danterre de Tourangeau non erano più appannaggio del generale napoleonico Bartén, cacciato dall'esercito quando Luigi XVIII era salito sul trono di Francia. Solo per intercessione di un amico, il generale Foy, un liberale vicino al governo, Marcel era scampato alla persecuzione del Terrore Bianco messa in atto nel 1816 dagli antibonapartisti. Adesso egli viveva nel benessere con la seconda moglie Domitilla grazie alla rendita di alcune proprietà, ma non si poteva definire ricco.
Determinata a sondare quella sera stessa le intenzioni di Estelle, Cècile restò delusa nell'apprendere che la giovane donna, proprio come Julie, non avrebbe cenato con la famiglia.
Fu Marcel a dare la notizia prendendo posto alla tavola imbandita
«Estelle si scusa con voi tutti, ma era molto stanca, perciò salterà la cena e resterà in camera propria.»
«È curioso che Julie abbia preso la stessa decisione» osservò la contessa.  
«Mi sono fatto l'idea che quelle due abbiano più cose in comune di quanto siano disposte a riconoscere.»
«Ti sono entrambe figlie, dopotutto» disse Luc alzando il calice di vino. «Bevo alla loro salute.»
Marcel brindò: «Alle mie figlie». Il suo sorriso era cauto ma sincero, segno che la lunga chiacchierata con Estelle lo aveva rinfrancato.      
«Non oso immaginare cosa accadrà quando tua moglie Domitilla, Véronique, Antoine e gli altri arriveranno da Parigi…» fu il commento sornione del conte Laurent. «Che Dio ci aiuti!» e sollevò il bicchiere. 
 
Quella notte soffiò vento da nord. Gelide raffiche sferzavano porte, balconi e vetrate, insinuandosi nelle fessure e smorzando le braci nei camini dei saloni, dove il calore svaniva in fretta. Nelle stanze da letto, anche sotto le pesanti coltri, si tremava intirizziti.  
In tutta la villa non c'era luogo più caldo e confortevole della cucina, dove il tepore di camini, stufe e fornelli persisteva fino a notte fonda.
Julie vi giunse intorno a mezzanotte stretta nella vestaglia di damasco color ciliegia, facendosi luce con un candelabro. Aveva gli occhi segnati dall'insonnia e il volto di insolito pallore incorniciato dalla chioma fulva e vaporosa sciolta sulle spalle.
Aveva ancora lo stomaco sotto sopra, ed era digiuna. Sperava che una tazza di latte caldo potesse attenuare il malessere che l'affliggeva già da qualche tempo.
Entrata in cucina, trovò una lampada accesa sul tavolo.  
«Chi c'è?» domandò scrutando la penombra. «Lisette, sei tu?» Suppose fosse la domestica.
La risposta giunse da un angolo buio della grande stanza: «No, non sono Lisette».
«Palesatevi, dunque!» esclamò Julie col cuore in gola, sollevando in alto il candelabro.
Una figura inquietante sbucò allora dalla semi oscurità con indosso un mantello da viaggio sulla lunga camicia da notte. «Sono Estelle.»
«Voi! Cosa fate qui a quest'ora?»
«Non ho cenato, mi sono svegliata per la fame. Stavo cercando il latte.»
«Mi avete fatto accapponare la pelle con quel mantello addosso.»
«Mi spiace di averti spaventata, ma il mantello è l'indumento più pesante che ho.»
«Perché mi dai del tu?»
«Mi è venuto spontaneo. Siamo sorelle, a quanto pare. Tuo padre dovrebbe avertelo spiegato.» 
«Non ho parlato con lui. Non sono scesa a cena.»
«Nemmeno io e ora sto morendo di fame» replicò in tono spiccio la ragazza. «Mi diresti per favore dov'è il latte?»
Julie la guardò storto posando il candelabro sulla tavola. «Il bricco dovrebbe essere nella credenza sotto la finestra.»
Le indicazioni erano giuste.
«L'ho trovato. Ne vuoi?»
«Proverò a berne qualche sorso sperando di non stare peggio.»
«Qual è il problema?» domandò Estelle mettendo a scaldare il latte.
«Ho mal di stomaco.»
«Ah. E dove?»
«Come sarebbe a dire "dove"?» replicò spazientita Julie toccandosi la pancia. «Qui, allo stomaco!»
«Non c'è bisogno di alterarsi. Servono le tazze, piuttosto.»
 Sbuffando, Julie si chinò per prendere le tazze in uno stipo. Quando si rialzò, una vertigine la costrinse ad appoggiarsi alla parete.
Estelle corse a sostenerla. «Coraggio, ti aiuto io. Vieni a sederti.»
«Grazie. Non so cosa mi sia preso» sussurrò Julie crollando di peso sulla sedia.
«Ti è già successo?»
«Sì, ma passa in fretta.»
Con aria dubbiosa, Estelle si girò a osservare gli scaffali e, visto il barattolo del miele, andò a prenderlo.
«Invece del latte, prova del miele.»
Julie obbedì senza discutere, dopo si sentì in effetti meglio. Il suo viso riprese colore.
Sedevano adesso ai lati opposti della tavola davanti a due tazze di latte, a un piatto di biscotti e a un barattolo di miele.  
«Cos'altro ti senti?»
«Sono solo stanca. Smetti di fissarmi.»
L'altra scosse la testa. «Strano» mormorò.
«Non c'è proprio niente di strano in me.»
«Hai il viso e il collo gonfi…» Allungò il dito indice e glielo premette sul dorso della mano. «Anche le mani, mi pare.»
«Sono gonfia dappertutto, se la cosa ti interessa. È colpa dei miei nervi, e tu stai peggiorando le cose.»
«Non preoccuparti, sorellina. Toglierò il disturbo prima di Natale.»
Julie restò interdetta. Non si aspettava una soluzione così rapida.
«Te ne vai sul serio?»
«Non ho altro da fare qui.» Scrollò le spalle con falsa noncuranza. «Ritornerò a Pont Rouge e tutti voi potrete fingere che io neppure esista.»
«Conosco mio padre, so che lui non potrà e non vorrà fingere che tu non esista.»
Estelle sorrise. «Francamente è ciò che spero.»
«Oltre a sperarlo, potresti pretenderlo.»
«Quello che vorrei da lui, non si pretende. In caso, il generale sa dove trovarmi.»
«È così che lo chiami?» rise Julie. «Il generale?»
«Non saprei in quale altro modo chiamarlo. Mi viene più facile pensare a te come una sorella, che a lui come un padre. Buffo, non trovi?»
«Non saprei. Io ho sempre desiderato una sorella. Quando è morta mia madre, se avessi avuto una sorella…» S'interruppe mordendosi il labbro. «Scusami. Dimenticavo che anche tu hai passato quel calvario.»
Il bel viso di Estelle si contrasse in una smorfia dolorosa. «Per essere due sconosciute, ne abbiamo di cose in comune.»
«Già.» Julie esitò, trasse un respiro profondo. «Oh santo cielo, ci mancavano le lacrime!» All'improvviso aveva gli occhi lucidi. «Te l'ho detto che sono fragile di nervi, non riesco a controllarmi.»  
Estelle la fissò attentamente, poi svelta si alzò, fece il giro del tavolo e si chinò ad annusarle il collo.
Julie sobbalzò sulla sedia. «Cosa stai facendo?»
«L'odore della pelle dice molto sulle condizioni di salute di una persona.»
«Mi stai facendo preoccupare.»
«Oh, non ne hai motivo» la rassicurò mentre tornava a sedersi. «Starai benone, dovrai solo pazientare per i primi mesi.»
«Ti dispiacerebbe spiegarmi?»
«Te la faccio io una domanda, Julie: quando è stata l'ultima volta che hai avuto i tuoi disturbi mensili?»
«Io… non lo so, non ci ho badato. Perché lo vuoi sapere?» E mentre lo chiedeva, da sola si diede la risposta. «Non crederai che sia…»
«Sì, credo proprio che tu sia incinta. Mi è capitato spesso di seguire donne in stato interessante e al riguardo ho acquisito una certa pratica. A giudicare dalla tua espressione, però, non mi sembra che la notizia ti rallegri.»
«Rallegrarmi?» esclamò Julie commossa. «Sarei la donna più felice del mondo se davvero fosse come dici, ma l'anno scorso ho avuto una gravidanza che si è interrotta spontaneamente. È stato un brutto colpo per me quanto per mio marito Tristan, e ancora ci soffriamo. Perciò non voglio illudermi.»
«Mi dispiace tanto. Mi dicono che sia un'esperienza terribile.» Di slancio allungò la mano sul tavolo e coprì quella di Julie, che non si sottrasse alla carezza. «Nel caso io abbia visto giusto, potrei suggerirti delle accortezze per proteggere la tua salute e quella del tuo bambino.» 
Julie era troppo emozionata per parlare. Si limitò ad annuire sorridendo, con un nodo in gola che non voleva sciogliersi.
Nei minuti che seguirono, gustarono in silenzio la benefica atmosfera che si era creata nella stanza.
Intingevano i biscotti nel latte osservandosi da un lato all'altro del tavolo. Notarono alcuni dettagli dei rispettivi volti, la linea marcata delle sopracciglia, l'arco del labbro superiore, e parve loro di ravvisare qualche somiglianza.
Sorelle!
«Perché non resti?» domandò Julie a bruciapelo.
Estelle non era certa di aver capito bene. «Restare qui alla villa?»
«Sì, per passare il Natale insieme.»
«È bello che tu me l'abbia chiesto, ma dubito che sia una buona idea: le cose potrebbero complicarsi quando arriverà il resto della famiglia. Lo scopo del mio viaggio era conoscere mio padre. Ci sono riuscita, questo è l'essenziale. Non voglio creare altri problemi.»
«Non è detto che succeda. Il clima natalizio è di per sé pacifico… Dovresti approfittarne.»
Estelle tentennò. Pensò alla casa di Pont Rouge, alle stanze in cui era cresciuta, e di colpo la prese la malinconia.
«Questo è il primo Natale che passo senza mia madre. Mi ero preparata ad affrontare un giorno molto triste.»
«Una ragione in più per rimanere.»
Un sorriso divertito rilassò l'espressione di Estelle. «Non ti dai per vinta facilmente, vero?»Risero entrambe. «Mi piacerebbe conoscerti meglio, Julie, e anche questa sarebbe un'ottima ragione per restare.»
«Cosa aspetti a decidere? Ti prometto un Natale memorabile.»
Estelle non rimpianse la scelta di trascorrere il Natale a Villa Tourangeau, dove gettò le basi di un rapporto di fiducia con suo padre e scoprì di avere con Julie insospettate affinità.
Il suo famoso istinto clinico si rivelò ancora una volta veritiero: nell'estate del 1820 assistette alla nascita di Edouard, il primogenito di Julie e Tristan.   
Il legame tra le due sorelle si sviluppò negli anni a venire tra gli alti e bassi degli affetti veri, quelli solidi in letizia e nelle avversità, quelli che mai tradiscono.

  

 
L'autrice:
Maria Teresa Casella, anche nota come Theresa Melville, è nata e vive a Roma. Dopo la maturità classica, si diploma in giornalismo presso il CISOP - Centro Internazionale Scienze dell'Opinione Pubblica. Esordisce nel giornalismo sportivo e di costume. Lavora in pubblicità come copywriter. Cura per otto anni l'Ufficio Stampa e Pubbliche Relazioni della Yves Saint Laurent Italia e nel frattempo, sotto pseudonimo, pubblica romanzi rosa ed erotici con diverse case editrici. Svolge incarichi come ghostwriter. Dagli anni novanta intraprende a tempo pieno la professione di scrittrice, decisione coincidente con l'uscita di Anima prigioniera, il suo primo romance storico pubblicato da Mondadori e firmato come Theresa Melville, pseudonimo caratteristico della sua produzione nelle collane da edicola. Per la Mondadori, l'autrice ha pubblicato ad oggi ventisei romanzi storici e due racconti in altrettante antologie. Con il suo vero nome firma i romanzi e i racconti noir. Il suo primo romanzo noir L'Amore obliquo, prima edizione, esce per Emmabooks nel 2011. 
Dal 2011 al 2013 ha curato la rubrica "Consigli di scrittura" sulla rivista Romance Magazine - DelosBook.
Dal giugno 2103 al marzo 2014 ha diretto la collana di narrativa Fleurs - Mezzotints Ebook.  
E' una delle nove socie fondatrici di EWWA, European Writing Women Association, l'associazione di professioniste della Scrittura istituita a Roma nel settembre 2013.
Nel giugno del 2015 Leggereditore ha pubblicato una nuova edizione del romanzo storico Leggenda di sangue e amore.



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Anteprima: "LA MERAVIGLIA DEGLI ANNI IMPERFETTI" di Clara Sanchez.

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Traduttore: Enrica Budetta
Genere: Narrativa Contemporanea
Editore: Garzanti
Collana: Narratori moderni
Pagine:
 300
Prezzo: € 10,99 (ebook)
Uscita:  25 febbraio 2016











Sinossi:

La luna illumina d’argento la stanza. Fran vuole fuggire da quelle mura e da sua madre che non si è mai occupata di lui. Nel piccolo sobborgo di Madrid in cui è cresciuto passa le sue giornate con l’amico Eduardo e sua sorella Tania di cui è perdutamente innamorato. I due ragazzi non potrebbero essere più diversi da lui. Figli di una famiglia benestante frequentano le scuole e gli ambienti più esclusivi. Eppure Fran sente che dietro quell’apparenza dorata si nasconde qualcosa. Sente che non sono mai stati del tutto sinceri. Quando Tania sposa all’improvviso un uomo dal passato oscuro, i dubbi si trasformano in certezze. Il fratello comincia a lavorare per lui e da quel momento non è più lo stesso. Fran ha bisogno di sapere come stanno veramente le cose. E una risposta può arrivare solo dalle persone che ha sempre creduto vicine e ora sembrano le più lontane. Ma Eduardo ha bisogno del suo aiuto: gli consegna una chiave misteriosa da custodire chiedendogli di non parlarne con nessuno. Pochi giorni dopo il ragazzo scompare. Da quel momento Fran ha un solo obiettivo: deve sapere cosa è successo. Deve scoprire cosa apre quella chiave. Il suo amico si è fidato di lui. La ricerca lo porta a svelare segreti inaspettati. Lo porta su una strada in cui è sempre più difficile trovare tracce di Eduardo. Perché ci sono indizi che devono rimanere celati e a volte il silenzio dice molto di più di tante parole.
Clara Sánchez è un’autrice da oltre un milione di copie vendute. In Spagna è l’unica ad aver vinto i tre più importanti premi letterari spagnoli: Alfaguara, Nadal e Planeta. In Italia con il suo primo libro Il profumo delle foglie di limone è da anni in classifica. I lettori e la stampa più prestigiosa la adorano. La meraviglia degli anni imperfetti è un romanzo sulla forza e il coraggio di un ragazzo che scopre come tutto intorno a lui stia cambiando. Crescere vuol dire anche accettare che non esistono verità assolute, che la vita mette sempre davanti all’imprevisto. Ma non bisogna mai perdere la voglia di sapere, di scoprire, di domandare. Anche se può far paura.

L’autore:

Clara Sánchez è nata a Guadalajara, in Spagna, l'1 marzo del 1955. Ha trascorso la sua infanzia seguendo la famiglia che si spostava di continuo a causa dei trasferimenti di lavoro del padre. Studia presso l'Università Complutense di Madrid, dove si laurea in Filosofia. Subito dopo la laurea, inizia ad insegnare all'Università Nazionale di Educazione a Distanza. I primi passi nella letteratura li compie scrivendo alcune prefazioni per opere di autori stranieri come Yukio Mishima e Andrzej Szczypiorski, inoltre scrive articoli su periodici spagnoli e si occupa di alcune sceneggiature per la TVE, la televisione pubblica spagnola. Il suo primo romanzo, "Piedras preciosas", è del 1989. Fin dal suo esordio la scrittrice ha ricevuto ottime critiche. Il filo conduttore della produzione artistica della Sánchez, è una prosa intimistica in grado di descrivere l'inadeguatezza del mondo moderno. Il suo romanzo del 2010 intitolato "Il profumo delle foglie di limone" ha vinto il premio Nadal.



Anteprima: "NEI TUOI OCCHI" di Nicholas Sparks.

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UNA DONNA DI SUCCESSO. UN CATTIVO RAGAZZO. MA NEI LORO OCCHI SI RIFLETTE UN’IMMAGINE TUTTA DIVERSA.


Genere: Narrativa Rosa
Editore: Sperling & Kupfer
Collana: Pandora
Pagine:
 512
Prezzo: € 19,90 (cartaceo)
Uscita:  12 gennaio 2016








Sinossi:

Per ripagare i sacrifici dei genitori, Maria ha lavorato giorno e notte fino a diventare quello che è: il ritratto del successo. Lei è bella, di quella bellezza scura e appassionata che hanno le donne latine, eppure non ha una relazione, tutta presa prima dalla laurea e poi dal posto nello studio legale più importante della zona. Qualcosa, però, mette in pericolo la sua carriera e Maria sente il bisogno di rientrare a Wilmington e cercare la protezione della sua famiglia.
Colin sta facendo del suo meglio per ridare un significato alla propria esistenza. Non ha ancora trent’anni, ma la violenza lo ha già segnato profondamente e lui non vuole più correre il rischio di finire in prigione. Le sue giornate sono scandite dallo studio, dalla palestra, e dal lavoro nel bar di Wilmington, la città dove vive ora grazie a una coppia di amici che gli fa da famiglia, proteggendolo da se stesso. È affascinante e lo sa, ma in questo momento una relazione è l’ultimo dei suoi pensieri.
Come sempre il destino mescola le carte, e lo fa in una notte di pioggia torrenziale, quando Maria rimane con una gomma a terra e Colin non può fare a meno di fermarsi ad aiutarla. È l’inizio di qualcosa, forse, una promessa di futuro. Che rischia di essere distrutto dai demoni del loro passato.
E che soltanto chiamando quella promessa amore può diventare la loro realtà. La storia di Colin e Maria.

L’autore:

Nicholas Sparks è uno dei narratori più amati al mondo: tutti i suoi romanzi sono stati bestseller del New York Times, e hanno venduto oltre 100 milioni di copie in più di cinquanta Paesi. Dai suoi libri sono stati tratti dieci film l’ultimo dei quali è La risposta è nelle stelle, uscito in tutte le sale nel 2015. Sparks vive nel North Carolina.
Il suo sito internet è www.nicholassparks.com



Anteprima: "CERCAMI NEL VENTO" di Silvia Montemurro.

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Genere: Narrativa Contemporanea
Editore: Sperling & Kupfer
Collana: Pandora
Pagine:
 372
Prezzo: € 16,90 (cartaceo)
Uscita:  26 gennaio 2016












Sinossi:

Non c’è niente di più intimo e segreto di un amore che nasce tra le spine.
Camilla vive di note sparse nel vento. Studia al conservatorio e la musica è il suo mondo. Abita in un paesino vicino a Milano, lo stesso dove è nata e che, a differenza delle sue amiche, non è ancora riuscita a lasciare. Teo, invece, in paese è appena arrivato con ancora negli occhi il mare della sua Sardegna. Il loro primo incontro avviene in un giorno qualunque, in un bar qualunque. Camilla e Teo sono due opposti che, dopo essersi brevemente respinti, si attraggono. L’amore è così intenso e unico da illuderli di essere invincibili. Fino a quando la vita li costringerà a una prova terribile.
Allora potranno vincere o soccombere, potranno farlo insieme o da soli. Nulla è già scritto. Ma trovare il coraggio di combattere sarà l’unico modo per non lasciarsi spezzare.
UN’INDIMENTICABILE STORIA D’AMORE, PERFETTA PER LE LETTRICI CHE HANNO AMATO AFTER E COLPA DELLE STELLE

DUE PROTAGONISTI CHE NON SONO IL CLONE DI NESSUNO E UNA STORIA CHE PARLA A OGNUNO DI NOI CON PAROLE E GESTI AUTENTICI E UNIVERSALI.

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UNA GIOVANE AUTRICE DI GRANDE TALENTO.

L’autore:

Silvia Montemurro è nata a Chiavenna la notte di San Lorenzo del 1987. Oltre ai libri, ama la danza, gli asini e i viaggi: è ancora alla ricerca di un posto da chiamare casa. Insegna teatro nelle scuole, fa la correttrice di bozze e scrive romanzi brevi per una rivista femminile. Il suo romanzo d’esordio, L’inferno avrà i tuoi occhi, pubblicato nel 2013 da Newton Compton, è stato segnalato dal comitato di lettura del Premio Calvino.



Anteprima: "LA MIA FANTASTICA SCELTA SBAGLIATA" di Molly McAdams

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Il libro giusto per San Valentino

The Taking Chances Series



Dall'autrice del bestseller Ti lascio ma restiamo amici, il romanzo cult del 2015
Un'autrice da 30.000 copie


Genere: New Adult
Editore: Newton Compton
Pagine: 288
Prezzo: € 4,99 ebook
Uscita:  25 Febbraio 2016
                     






Sinossi:
Chase Grayson non è mai stato interessato ad avere un rapporto che durasse più di una notte. Ma poi s’imbatte in una ragazza dagli occhi grigi, l’immagine dell’innocenza, e tutto cambia. Dal momento in cui Harper apre la bocca per fargli sapere quanto lui la disgusti, Chase è perso di lei. Una principessa merita un principe azzurro che possa realizzare i suoi sogni. Non un tipaccio che trasformi la sua vita in un incubo. Per questo Chase decide di farsi da parte. Ma tutte le sue buone intenzioni vacillano quando Harper sembra innamorarsi del ragazzo che lui considera come un fratello. Chase vorrebbe proteggerla allontanandola da sé, ma non riesce a sopportare di vederla con qualcun altro. Quando toccherà a Harper scegliere tra i due, Chase sarà in grado di fare un passo indietro e rinunciare a lei, se questo significa renderla felice?
«E io che pensavo che Ti lascio ma restiamo amici fosse straziante. Questo libro non mi ha solo spezzato il cuore. Mi ha ucciso!»


«Ho paura di leggere questo libro! Ho pianto per Ti lascio ma restiamo amici, conosco il destino di Chase e non so se sarò in grado di leggere la sua versione della storia.»






La serie "Taking Chances"è così composta:
1. Ti lascio ma restiamo amici (Taking Chances)
1.5 LA MIA FANTASTICA SCELTA SBAGLIATA  (Sealing Harper)
2. Trusting Liam






L'autrice:

Molly McAdams è cresciuta in California, ma ora vive in Texas con il marito e quattro pelosi quattro zampe. Ha un debole per i film comici di serie B e i sottaceti fritti e ama raggomitolarsi sotto un piumino soffice durante un temporale, o immergersi in una vasca da bagno quando sta per arrivare un tornado



Recensione: "MI MANCHI TROPPO PER DIMENTICARTI" di Valeria Luzi

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Genere: Contemporary Romance
Editore: Newton Compton
Pagine: 288
Prezzo: e-book € 4,99
Uscita: 29 ottobre 2015












Sinossi
:
Dopo anni di litigi, finalmente il grande chef Michael Di Bella è riuscito a conquistare la sua migliore amica d’infanzia. Ormai vivono insieme a Manhattan e hanno già fissato la data del matrimonio. Ma cosa può succedere se un incidente molto particolare cancella dalla memoria della futura sposa gli ultimi dieci anni della sua vita, riportandola ai tempi della sua adolescenza? Trovare il colpevole è senz’altro difficile, ma niente se paragonato alla fatica per riconquistare il cuore di una ragazza testarda e capricciosa come Susi Gentile. Ma quando Michael sta ormai per perdere la speranza, ecco che un inatteso colpo di scena contribuirà a riaccendere un fuoco che sembrava spento…


«Un romanzo ironico, spigliato, divertente, romantico… Una bella sorpresa, consigliato!»

Margherita

«Libro divorato in pochissime ore, favolosoooo! Super consigliato!»
Anna

«Wow! Una piacevolissima sorpresa.»
Valeria





Da lettrice onnivora e amante della cucina(adoro cucinare,  li faccio mangiare agli altri e lievitano loro!) ero rimasta incuriosita da questa storia ambientata tra fornelli di ristoranti italo americani, con protagonisti giovani e tosti.
Mi ero imbattuta nel primo volume al salone del libro di Torino,e,appena saputo che ci sarebbe stato un seguito,volevo assolutamente leggere  cosa aveva in serbo il futuro per la coppia Susi/ Mike.
Susi mi è piaciuta subito e un po' mi rivedo in lei: insicura ma tenace, con gli odiati problemi di peso se non sta attenta alla linea,donna mediterranea con capelli lunghi castano ramanti,un po' ribelli e dolcissimi occhi scuri. Formosa al punto giusto, è passata dall'essere una maschiaccio nell'adolescenza a essere prima una donna sciatta e timida, poi una donna sicura di sé che cerca di realizzare i propri sogni. Una donna “vera” non il solito stereotipo dello stecchino filiforme ed etereo che popola i classici romanzi rosa!
Se il primo capitolo era narrato dal punto si vista di Susi, adesso la parola è passata a Mike, il fascinoso chef milionario e stella della TV che sta cercando di coronare il suo sogno d'amore con la testarda e vendicativa sua ex nemica e primo amore assoluto: Susi. C'era già stato un piccolo assaggio alla fine del libro precedente in cui Mike prendeva la parola e per questo ero molto curiosa di leggerne ancora: adoro i punti di vista maschili!

Mike è sempre il sexy cuoco alto, moro, occhi scuri e fisico mozzafiato; deve tenersi costantemente in forma visto il lavoro che fa perché in cucina c'è il rischio di diventare delle botti ad assaggiare tutto. Forse si è rammollito un po'; forse è solo pazzamente innamorato della sua Susi da diciassette lunghi anni,gli ultimi 12 passati a litigare ed ignorarsi, o forse è grazie alla maturità acquisita nel tempo che ora cerca di starle vicino il più possibile. Da sciupa femmine è diventato l'uomo ideale!
Il povero Mike dovrà affrontare una prova molto dura quando rischierà di perdere tutto quello che ha conquistato nella sua vita: lavoro,fama,ma soprattutto la sua Susi. A causa di un trauma alla testa Susi perde la memoria e si sveglia credendo di avere sedici anni, ed essere cicciottella e insicura!
Complici filmografia e romanzi, chi non ha mai sognato ad occhi aperti di poter vivere un esperienza come quella che sta capitando a Susi? Io sì! Già mi rivedevo in Susi nel primo libro, figuratevi in questo!
Forse Mike ha perso un po' di smalto e anche la narrazione era più spumeggiante nel primo capitolo della serie grazie ai siparietti di amore odio dei due protagonisti. Tuttavia, l'autrice è riuscita comunque a coinvolgermi anche questa volta e ha aggiunto anche un pizzico di mistery nel romanzo, ovvero la ricerca della causa del trauma di Susi. Vi assicuro che saprete anche voi risolverlo come ho fatto io,ma se proprio insistete e volete sapere di più,occhio allo SPOILER: -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


l'aggressore è il maggiordomo! Scherzo, non vi rovinerei mai la sorpresa!!
Decisamente consigliato a tutte le super romantiche amanti del lieto fine con riso e confetti!
Voto finale tre stelle e una fiammella per la passione.







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